Gino Gerola
Appunti per una biografia, la vita di Dino Campana
di Gino Gerola
da "La Fiera Letteraria" del 20 Luglio 1952
L'articolo uscì dopo la pubblicazione della quarta edizione dei Canti Orfici, per le edizioni Vallecchi e a cura di Enrico Falqui
La nuova edizione di tutta l’opera di Campana, riunita stavolta in un unico volume e curata con la solita coscienziosità da Enrico Falqui per i tipi della Casa Vallecchi, oltre che riproporre all’attenzione di critici e pubblico la figura di questo poeta singolarissimo, può offrire lo spunto per un tentativo di chiarimento e di sistemazione della sua vita avventurosa e tormentata, avvolta ancora in una cert’aria quasi di mito che ha dato luogo a errori di prospettiva, a non poche inesattezze, alcune anche assai gravi, impedendo, fra l’altro, un’equa valutazione dello sviluppo della sua attività letteraria.
Sibilla ricorda Dino: una testimonianza diretta
Da: Dino Campana. "Le mie lettere sono fatte per essere bruciate", a cura di Gabriel Cacho Millet
Testimonianza depositata nel 1950, presso l'Istituto Gramsci, Roma Archivio Aleramo
A Firenze, settimane prima, avevo sentito parlare, forse da Franchi, di uno strano volumetto: Canti Orfici, pubblicato in veste meschina a spese dell'autore Dino Campana. L'avevo portato con me in campagna. Lo lessi, ne rimasi abbacinata e incantata insieme, tanto che scrissi al poeta alcune parole d'ammirazione. Egli mi rispose, una bizzarra cartolina. Abitava anche lui in quel momento nel Mugello, nel suo paese nativo, Rifredo (sic). Vi fu uno scambio epistolare, dopo di che ci incontrammo a Barco, un gruppetto di case ad un valico dell'Appennino Toscano.
Leonetta Cecchi Pieraccini, ritratto di Emilio, 1919
C. LINATI, D. CAMPANA
Pubblicato sulla "Tribuna" del 21 Maggio 1916
di Emilio Cecchi
Con Duccio da Bontà (1913), Carlo Linati chiuse i suoi quaderni di scuola. Nelle immagini d’alcuni artisti preferiti, aveva finito di riconoscer la propria sensibilità. E ormai s’armonizzava, col Baudelaire e col Laforgue, dentro quel caro impressionismo dossiano, impregnato di odor locale un po’ stantio, autorevole di un’agrezza d’eloquio provinciale di nonni, e bizzarro di tutte le curiosità miscellanee di biblioteca. Una sua lirica la trovava principalmente nel dire l’inquietudine di pubescenza; e l’incontro della sua gentil febbre vissuta con l‘allegrezza del primo possesso stilistico dava al suo ritmo la vagante leggiadria ch’è nel passo dei vannini, corti e intrampolanti sulle gambe appena snodate.
Corrispondenti di Dino Campana
di Franco Matacotta
La Fiera Letteraria, domenica 31 Luglio 1949
Una quarantina di lettere di gente nota e ignota che, insieme con i documenti di un duello preparato ma non più avvenuto, sono anche la testimonianza dello sforzo compiuto da quasi tutti gli amici per alleviare le sofferenze del poeta.
Tiziani Salari
Tiziano Salari, "Il grande nulla. Percorsi tra Otto e Novecento",
L’Avventura Letteraria, Torino, 1998
di Tiziano Salari
L’articolo è stato precedentemente pubblicato come capitolo 7 del libro "Il grande nulla. Percorsi tra Otto e Novecento", L’Avventura Letteraria, Torino, 1998.
Dino Campana a confronto con Giacomo Leopardi e con Charles Baudelaire in un contributo inedito su internet, per gentile concessione di Tiziano Salari, autore di "Sotto il vulcano". Studi su Leopardi e altro, Rubbettino, Catanzaro, 2006.
L'intervento al Convegno a La Verna, 2010
Franco Matacotta a Enrico Falqui:
Fare o Forse?
a cura di Paolo Pianigiani
Venne pubblicata dal poeta Franco Matacotta (1916-1978), per la prima volta, su "Prospettive" del 15 febbraio - 15 marzo 1941 e poi in "Taccuino", edizioni Amici della Poesia, Fermo 1949, p. 17. Il quarto verso vi compariva trascritto:
"Fare e disfare è tutto un lavorare".
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