Da: La Nazione, ed. Lucca, sabato 4 Febbraio 2006
Quel fascino senza età della cultura
LUCCA — Le lunghe braccia dell’autunno, un dramma in due atti dell’argentino G.Cacho Millet, già studioso di Campana, percorre un arco di vita di Sibilla Aleramo, antesignana della emancipazione femminile fin dai primi del ’900:
«garibaldina dell’alfabeto, mi chiamavano allora. Nessuna donna si è battuta per le altre come me. Parlai per tutte».
Gina Diletti Campana
Giovanna Diletti Campana: Ricordi su Dino Campana
Da: Souvenir d’un pendu, Carteggio 1910-1931, a cura di Gabriel Cacho Millet
Edizioni Scientifiche Italiane, Napoli
Giovanna Diletti Campana detta Gina (1875-1967), moglie di Torquato Campana (zio del poeta e suo maestro, scrisse questi Ricordi a Bologna nel 1965, all’età di novantanni, senza nessuna intenzione di eventuali pubblicazioni, ma dettati dal desiderio di lasciare a suo figlio Lello (Raffaello) quelle "poche cose“ che ricordava del suo nipote poeta.
Dino nacque [a Marradi il 20 agosto 1885, alle ore 14,30] nella casa di proprietà dell'ingegnere Vincenzo Mughini. Sua mamma [Francesca Luti detta «Fanny«, 1857-1925], essendo allora sposa giovane, non sapeva fasciarlo, usava allora, e d'era una barbaria, di fasciare i piccini da sotto le braccia fino ai piedini e richiedeva certo un po' ďabiltà.
Supplivano per lei Marianna e Barberina [Bianchi], due zitelle che abitavano allo stesso piano. Barberina era levatrice e così si può ben dire che fu allevato da loro. Dino si affezionò a loro e loro a Dino.Dopo qualche anno nacque Manlio [1888]. Io conobbi Dino durante il mio viaggio di nozze, era allora nel collegio dei Salesiani a Faenza, avrà avuto 11 o 12 anni. Andammo a trovarlo mio marito ed io, era in ricreazione e venne da noi in parlatorio, tutto sudato, teneva in mano il frustino e la trottola. Anche i maestri dei Salesiani lo giudicavano di grande ingegno, ma era uno scarabocchione disordinato. Dopo la nascita di Manilo, [Ninni], il cocco Dino passò in seconda, o per meglio dire in terza linea. Ninni sempre Ninni solo Ninni.
Occhi spiritati, capelli alla van Gogh, aria da lirico fuggiasco: è così che a Bologna, nel 1914, si poteva incontrare sulla porta di un bar il giovane poeta Dino Campana. E magari acquistare dalle sue stesse mani una delle prime copie dei Canti Orfici...
Dino Campana, via Zamboni 52
di Gabriel Cacho Millet
da: Rivista "IBC" X, 2002, 3
Dal 25 maggio al 29 giugno 2002 una mostra bolognese ha divulgato autografi e documenti originali relativi alla permanenza di Dino Campana a Bologna negli anni che precedono la stampa dei Canti Orfici (1914), esaminando in particolare i rapporti tra il poeta e i periodici goliardici. L'esposizione, curata da Marco Antonio Bazzocchi e Gabriel Cacho Millet, è stata organizzata dalla Biblioteca dell'Archiginnasio (dove ha avuto luogo) ed è stata promossa dall'Associazione "Premio letterario Dino Campana" e dalla Soprintendenza per i beni librari e documentari dell'IBC (che con la Biblioteca dell'Archiginnasio ha recentemente acquisito gli originali campaniani del Fondo "Ravagli"). Dal catalogo - I portici della poesia: Dino Campana a Bologna (1912-1914), edito dall'IBC e da Pàtron Editore nella collana ERBA - Emilia Romagna Biblioteche Archivi (46) - pubblichiamo un estratto del saggio di uno dei curatori.
Archivio Comune di Marradi: Il Passaporto per l'Interno: 8 Settembre 1916
Il Passaporto per l'Interno
Valido per un anno: 8 Settembre 1916
Sebastiano Vassalli
La notte della cometa, Einaudi, 1984
(ultimo capitolo)
S'è fatto tardi. Dal bar, che è proprio sotto la mia stanza, giungono voci di ubriachi. Chissà quante volte «il matto» è stato qua. Chissà quante volte i suoi compaesani gli hanno offerto da bere per poi «riderlo» fino sul viale Baccarini, fino sul ponte del Lamone... Accendo la luce.
Bibliografia di Gabriel Cacho Millet
dal sito Siusa, voce dedicata a Gabriel Cacho Millet
Redazione e revisione:
Borgia Claudia, 2021/04/22, supervisione della scheda
Morotti Laura, 2021/04, prima redazione