Sibilla ricorda Dino: una testimonianza diretta
Da: Dino Campana. "Le mie lettere sono fatte per essere bruciate", a cura di Gabriel Cacho Millet
Testimonianza depositata nel 1950, presso l'Istituto Gramsci, Roma Archivio Aleramo
A Firenze, settimane prima, avevo sentito parlare, forse da Franchi, di uno strano volumetto: Canti Orfici, pubblicato in veste meschina a spese dell'autore Dino Campana. L'avevo portato con me in campagna. Lo lessi, ne rimasi abbacinata e incantata insieme, tanto che scrissi al poeta alcune parole d'ammirazione. Egli mi rispose, una bizzarra cartolina. Abitava anche lui in quel momento nel Mugello, nel suo paese nativo, Rifredo (sic). Vi fu uno scambio epistolare, dopo di che ci incontrammo a Barco, un gruppetto di case ad un valico dell'Appennino Toscano.
Leonetta Cecchi Pieraccini, ritratto di Emilio, 1919
C. LINATI, D. CAMPANA
Pubblicato sulla "Tribuna" del 21 Maggio 1916
di Emilio Cecchi
Con Duccio da Bontà (1913), Carlo Linati chiuse i suoi quaderni di scuola. Nelle immagini d’alcuni artisti preferiti, aveva finito di riconoscer la propria sensibilità. E ormai s’armonizzava, col Baudelaire e col Laforgue, dentro quel caro impressionismo dossiano, impregnato di odor locale un po’ stantio, autorevole di un’agrezza d’eloquio provinciale di nonni, e bizzarro di tutte le curiosità miscellanee di biblioteca. Una sua lirica la trovava principalmente nel dire l’inquietudine di pubescenza; e l’incontro della sua gentil febbre vissuta con l‘allegrezza del primo possesso stilistico dava al suo ritmo la vagante leggiadria ch’è nel passo dei vannini, corti e intrampolanti sulle gambe appena snodate.
Corrispondenti di Dino Campana
di Franco Matacotta
La Fiera Letteraria, domenica 31 Luglio 1949
Una quarantina di lettere di gente nota e ignota che, insieme con i documenti di un duello preparato ma non più avvenuto, sono anche la testimonianza dello sforzo compiuto da quasi tutti gli amici per alleviare le sofferenze del poeta.
Tiziani Salari
Tiziano Salari, "Il grande nulla. Percorsi tra Otto e Novecento",
L’Avventura Letteraria, Torino, 1998
di Tiziano Salari
L’articolo è stato precedentemente pubblicato come capitolo 7 del libro "Il grande nulla. Percorsi tra Otto e Novecento", L’Avventura Letteraria, Torino, 1998.
Dino Campana a confronto con Giacomo Leopardi e con Charles Baudelaire in un contributo inedito su internet, per gentile concessione di Tiziano Salari, autore di "Sotto il vulcano". Studi su Leopardi e altro, Rubbettino, Catanzaro, 2006.
L'intervento al Convegno a La Verna, 2010
Franco Matacotta a Enrico Falqui:
Fare o Forse?
a cura di Paolo Pianigiani
Venne pubblicata dal poeta Franco Matacotta (1916-1978), per la prima volta, su "Prospettive" del 15 febbraio - 15 marzo 1941 e poi in "Taccuino", edizioni Amici della Poesia, Fermo 1949, p. 17. Il quarto verso vi compariva trascritto:
"Fare e disfare è tutto un lavorare".
Andrea Marzi: Uno psichiatra tenace biografo di un grande poeta
Alcune riflessioni sui rapporti tra Carlo Pariani e Dino Campana
di Andrea Marzi |
da "Salvo Imprevisti",quadrimestrale di poesia,anno XI-XII, sett. ’84 – apr. ‘85
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"Chinan l’ore: col sogno vanitochina la pallida sorte".
Dino Campana
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Prima di incontrare Dino Campana nel 1926 a Castel Pulci, lo psichiatra Carlo Pariani1 aveva già avuto contatti con l’arte e gli artisti. Fin dai primi del ‘900 - esattamente nell’aprile del 1907 - aveva pubblicato nella Rivista di Patologia Nervosa e Mentale un articolo su uno scultore affetto da neurosifilide e, nell’aprile del 1913, nella stessa rivista, era apparso un lungo e dettagliato articolo su un pittore e scultore toscano, Pio Galeffi, da più di quarant’anni ospedalizzato per "demenza precoce", l’attuale schizofrenia.
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