Dino Campana
A Quimera
Trad. de Gleiton Lentz
Florianópolis/Desterro: Edições Nephelibata, 2007, pp. 29-31
Plaquette
A Quimera
[Livorno, 4 gennaio 1917]
Rina mia
come descriverti lo sguardo idiota di questa gente dopo essere stati baciati dal tuo!1 Rina io potrei rinunciare a te, ma per sempre. Così bella comme un rêve potrei dimenticarti solo per andare molto lontano e non tornare più. Davanti alle cose troppo grandi sento l’inutilità della vita.2 Il mare ieri era discretamente bello. Sono andato di notte al mare. Avevo visto i monti pisani velati da cui sorge la luna di Dannunzio,3 senza foco di cui leggemmo e due areoplani che volavano sul treno. Mia vergine perché leggemmo ďAnnunzio4 prima di partire? 5 Nessuno come lui sa invecchiare una donna o un paesaggio. Mio amore come vuoi che ti ami? Pallida, con una vita senza foco come col suo diritto il macchinista stinge il paesaggio e viola il cielo che non conquista? Sciocchezze? Ma sai quanto ne ho sofferto!
Goffredo Bellonci
CAMPANA A GOFFREDO BELLONCI
[Isola della Maddalena, gennaio 1915]
Egregio signor Bellonci1,
La prego di considerare l’invio di questo libro2 come un omaggio di stima. Le sarei obbligato se volesse leggerlo e occuparsene sul Giornale3.
Vivo ora in solitudine in Sardegna e una testimonianza da parte Sua sarebbe per me la cosa più grata e più incoraggiante nelle mie non piccole miserie.
Perdoni questo de profundis e voglia credermi di Lei devmo.
Dino Campana
Sebastiano Vassalli: Sibilla Aleramo e Dino Campana,
Passione sfrenata con botte da orbi
Dal Corriere della Sera, 14 agosto 2000
CORRIERE ESTATE. Il gioco delle coppie. Gli amori
Sibilla Aleramo e Dino Campana Passione sfrenata con botte da orbi
È tornato recentemente in libreria, con un titolo fantasioso e l' aggiunta di una dozzina di nuove lettere, il carteggio Campana-Aleramo, pubblicato nel 1958 da Vallecchi e curato da Nicolò Gallo, che in realtà si limitò a sistemare e ad annotare le lettere che gli aveva dato la Aleramo. Personalmente, penso che sarebbe stato meglio ristampare il testo originale, senza nulla cambiare e nulla aggiungere. Quel carteggio, infatti, non è un vero carteggio, ma è il romanzo d' amore che Sibilla, ottantenne, compose mettendo insieme una parte delle sue lettere a Campana e quasi tutte le lettere di Campana a lei.
da: The Autobiography of Emanuel Carnevali, a cura di Kay Boyle
I CARNEVALI PAPERS
di Barbara Carnevali
Ringrazio la mia nuova amica Barbara Carnevali per avermi permesso si pubblicare questo testo. Incontrare e conoscere una diretta discendente di Em è davvero un grande onore. (Per la redazione, paolo pianigiani)
[Questo testo, scritto per la giornata dedicata a Emanuel Carnevali tenutasi al Palazzo Comunale di Bazzano il 15 ottobre 2016, è stato pubblicato su “Quaderni della Rocca”, pubblicazione della Fondazione Rocca dei Bentivoglio, 16 (2016), pp. 53-59].
I (1897-1942)
La storia che mi accingo a raccontare attraversa tre generazioni della mia famiglia. La prima parte mi coinvolge in modo solo indiretto, come erede di Emanuel Carnevali, e poiché è nota alle persone che partecipano oggi a questo incontro, la rievocherò per sommi capi. La si può leggere quasi per intero nella splendida autobiografia che Carnevali ha composto, nella ‘sua’ lingua inglese, durante gli anni di malattia e degenza, al ritorno in Italia. Come in una poesia di Rimbaud, il poeta rievoca ogni periodo significativo all’insegna di un particolare colore. Il primo capitolo, “The White Beginning”, si apre con una scena primaria infantile: «Ricordo una stanza bianca, con bianca luce di sole che figura da alte finestre: in essa mia madre e una vecchia signora, una vecchia signora tutta bianca, stanno chine su di me».1 In questo chiarore accecante si staglia l’inizio della vita dello scrittore.