www.campanadino.it
Un portale per Dino Campana
di Paolo Pianigiani
(Tutto cominciò così... correva l'anno 2005)
Condividere e diffondere: questo è il programma e gli scopi che si sono dati gli autori del nuovo portale dedicato al Poeta di Marradi. Si tratta di un grande archivio virtuale, in continuo arricchimento, dove è possibile trovare e scaricare moltissimi testi, rari e introvabili, messi a disposizione dalla redazione, sparsa in tutto il mondo e coordinata da un direttore di eccezione, che risponde al nome di Anselmo Geribò. Chi è addentro alle cose campaniane, conosce certamente questo personaggio, chi non lo è, imparerà presto ad apprezzarlo.
Gianni Turchetta: Dino Campana, biografia di un poeta
Un articolo di Gianni Turchetta, scaricato nel 2008 dal sito della Feltrinelli Editore,
e subito rilanciato qui, sul campanadino.it.
Ad ogni uscita sui giornali più diffusi, dove collaborava, Sebastiano Vassalli sparava a zero
su tutti quelli che prima di lui e dopo di lui avevano scritto su Dino Campana.
In pochi reagivano.
Questo è uno dei rari interventi, che si distinse per controllo e pacatezza.
(paolo pianigiani)
I lettori del "Corriere della Sera" si sono imbattuti, mercoledì 26 novembre 2003, in un singolare articolo di Sebastiano Vassalli, pubblicato in occasione dell’uscita di un’ottima edizione dei Canti Orfici, a cura di Renato Martinoni.
Vassalli annuncia melodrammaticamente il fallimento dei propri sforzi di restituire a Dino Campana la "sua verità", vanificati a suo dire dall’azione congiunta di una bizzarra quanto eterogenea congrega, unanimemente dedita a deformare e sporcare la memoria del grande poeta.
Ecco il finale dell’articolo:
"Consegno la memoria di Dino ai film melensi, alle biografie deliranti o troppo circospette, ai "chissà!" e alle strizzatine d'occhi, ai premi letterari a lui intitolati e alla compagnia di villeggianti che ogni estate si riunisce a Marradi per assegnarli. Hanno vinto loro. Addio, Dino."
Silvano Salvadori, foto di Marcantonio Perugino
A MARIO NOVARO
CANTO PROLETARIO ITALO-FRANCESE
Intervento di Silvano Salvadori
al Teatro degli Animosi a Marradi nel 2011, per il 150 Anni dell'Unità d'Italia
Milini, Archivio Tallone Milano
EMILIA TALLONE
(MILINI)
(Bergamo 2.4.1891-Alpignano 4.2.1943)
di Gigliola Tallone
Ringrazio la mia amica Gigliola per aver voluto condividere qui, su sito di Dino Campana, il suo splendido lavoro su Emilia Tallone, detta Milini, sua zia, già in parte pubblicato sul sito www.archiviotallone.com
(paolo pianigiani)
Contributo alla ricostruzione della sua biografia
(Anno 1885 - Anno 1915)
di Francesco Monterosso
dalla Fiera letteraria, ANNO VIII/numero 24 - giugno 1953, pag. 4
"Tutto è vano vano è il sogno: tutto è vano vano è il sogno"
Nota su Campana
di Franco Matacotta
da: La Fiera letteraria, ANNO IV, numero 19 - maggio 1949
Precisazioni e rettifiche, sconfessioni ed abiure, avanzate dalla critica nostrana, non appena s'è trovata nella possibilità fisica di riprendere fiato dopo le convulsioni di questi ultimi anni, nei confronti dell'età letteraria del recente e lontano passato, non han tuttavia turbato, d'un solo indiscreto accenno, la grande solitudine colla quale Dino Campana rende viva la propria presenza nella poesia italiana di questa prima metà del secolo. Tanto è il mistero che circonda tuttora la sua breve passione terrena, di poeta e di uomo: e tanto è l'amore che i suoi fedeli gli han conservato lungo questi anni intatto, per la sua voce e per il suo messaggio.
Pagine Inedite di Dino Campana
di Franco Matacotta
da: Fiera letteraria, ANNO IV, numero 19 - maggio 1949, pag. 1)
Di questi inediti non è stato possibile individuare l’epoca di composizione. Per i Prospectus vale la data approssimativa della stesura dei Canti Orfici: mentre per la pagina senza titolo si può desumere dal testo scritta dopo l'estate del 1916.
Quanto al “Prospectus” parrebbe ch'esso costituisca l'attacco del noto pezzo “Toscanità” dedicato a Bino Binazzi.
DAVANTI alle cose troppo grandi sento l'inutilità della vita. Il mare ieri era discretamente bello. Sono andato di notte al mare. Avevo visto i monti pisani velati da cui sorge la luna di D'Annunzio (il macchinista senza fuoco e due areoplani che volavano sul treno. Perché leggemmo D'Annunzio prima di partire? Nessuno come lui sa invecchiare una donna o un paesaggio. Pallido, con una vita senza fuoco come col suo diritto il macchinista stinge il paesaggio e vìola il cielo che non conquista?...
Pagina 34 di 73