"Carmelo Bene. Me l'ero immaginato definitivamente ingoiato da una vita quotidiana inimmaginabile, e triturata dal suo stesso genio, portato via su galassie tutte sue, a doppiare pianeti che sapeva solo lui. Perduto, insomma. Poi ha iniziato a girare con questo suo spettacolo anomalo, una lettura dei Canti Orfici di Dino Campana.
Mario Luzi
Mario Luzi: Un eccezionale ritrovamento fra le carte di Soffici
Il quaderno di Dino Campana
Dal Corriere della Sera del 17-VI-1971
La sparizione del quaderno manoscritto delle poesie di Dino Campana fa parte ormai della leggenda artistica novecentesca, ne è anzi uno degli episodi più coloriti e, dato il personaggio della vittima, perfino più drammatici. Non mancarono insinuazioni sul conto di Papini e Soffici, consegnatari dell'inedito; non mancarono da parte del poeta propositi, pare, di vendetta sanguinaria, d'altronde sbolliti ben presto se è vero che poco dopo pubblicò una poesia ispirata da un quadro di Soffici e ancora a Soffici si rivolse, qualche anno più tardi, in un momento di disperazione.
Aldo Santini: Athos Gastone Banti, giornalista audace
che sapeva colpire di penna e spada
Un ritratto dal vivo del giornalista livornese che ebbe modo di scontrarsi
con Dino Campana nel 1916, a Livorno
Athos Gastone Banti, a destra nella foto
Da Il Tirreno — 18 settembre 2005
Con Athos Gastone Banti, che fu direttore del “Telegrafo” poi diventato “Tirreno”, continuiamo la serie dei ritratti di personaggi raccontati da Aldo Santini nel libro «Livornesi nel Novecento».
Quando nel secondo decennio del ’900 la sua firma appare sempre più frequente sul «Telegrafo», i livornesi, con micidiale umorismo, cambiano il suo nome in uno sberleffo: «Athos, bastone e guanti». Lui ne gioisce: «È segno che mi leggono». E difatti i suoi interventi, i suoi servizi, le sue polemiche, i livornesi se li bevono come grappini. Figlio di madre ebrea, Emma Della Riccia, Athos Gastone Banti è un impiegato delle poste allorché prende a collaborare con il giornale di piazza Carlo Alberto. La sua carriera è rapida. Assunto in pianta stabile, diviene presto capo redattore e appena scoppia la Grande Guerra il «Giornale d’Italia» di Bergamini, di cui è corrispondente da Livorno, ne fa il suo inviato speciale al fronte. E lassù, con Barzini senior, Guelfo Civinini e Fraccaroli del «Corriere della Sera», forma un poker di assi del quale non sappiamo se apprezzare di più l’autorevolezza o l’audacia.
Giovanni Papini: Il poeta pazzo
Da: Passato remoto (1885-1914), Firenze, L'Arco, 1948
Si fa un gran parlare, oggi, del poeta Dino Campana, e v'è un alacre lavorio intorno alla sua parva opera: edizioni critiche, stampe d'inediti, studio di varianti, saggi esegetici e biografici, tesi di laurea. Siccome fui dei primi a pubblicare cose sue in Lacerba e il primo a farlo figurare in una antologia, voglio dire come lo conobbi e quale immagine mi resta di lui.
Scrisse a Lacerba nel '13 ed io e Soffici ci accorgemmo subito che non era un de' tanti sconosciuti burbanzosi vestiti di falsa umiltà che mandano le loro ejaculazioni verbali alle riviste. Il primo incontro con lui avvenne una mattina d'estate nel piccolo Caffè Chinese ch'era presso alla vecchia stazione demolita.
Sebastiano Vassalli: Il matto Campana e il suo biografo
Dal Corriere della Sera, 11 ottobre 1998, p. 27
Viviamo in un mondo dove c'è sempre meno da fare, e dove le alternative al grattarsi le ginocchia sono sempre più rare: almeno, così sembrerebbe. Leggo su «L'Espresso» che il portavoce della famiglia Di Bella, tale Camponeschi, ha a sua volta un portavoce; e ora ricevo una «Biografia di Carlo Pariani medico psichiatra», scritta da Roberto Maini e pubblicata in una miscellanea della Biblioteca Marucelliana di Firenze. La biografia di un biografo. Carlo Pariani, per chi non lo sapesse, è l'autore di quella «Vita non romanzata di Dino Campana», che Vallecchi pubblicò nel 1938 e che, oltre a esser piena di balle, è un documento per molti aspetti agghiacciante. (Ma alcuni, tra cui il Maini, sono tuttora convinti che sia la fonte della verità). Dalla biografia del biografo emerge un dato curioso.
CANZONE PER ALDA MERINI
(Vecchioni - Paoluzzi - Vecchioni)
Da "Sogna ragazzo sogna"
Emi, 1999
Noi qui dentro si vive in un lungo letargo,
si vive afferrandosi a qualunque sguardo,
contandosi i pezzi lasciati là fuori,
che sono i suoi lividi, che sono i miei fiori.
Io non scrivo più niente, mi legano i polsi,
ora l'unico tempo è nel tempo che colsi:
qui dentro il dolore è un ospite usuale,
ma l'amore che manca è l'amore che fa male.
Ogni uomo della vita mia
era il verso di una poesia
perduto, straziato,
raccolto, abbracciato
Ogni amore della vita mia
ogni amore della vita mia
è cielo e voragine,
è terra che mangio
per vivere ancora.
Dalla casa dei pazzi, da una nebbia lontana,
com'è dolce il ricordo di Dino Campana;
perché basta anche un niente per esser felici,
basta vivere come le cose che dici,
e dividerti in tutti gli amori che hai
per non perderti, perderti, perderti mai.
Cosa non si fa per vivere,
cosa non si dà per vivere,
guarda! Io sto vivendo
Cosa mi è costato vivere?
Cosa l'ho pagato vivere?
Figli, colpi di vento...
La mia bocca vuole vivere!
La mia mano vuole vivere!
Ora, in questo momento!
Il mio corpo vuole vivere!
La mia vita vuole vivere!
Amo, ti amo, ti sento!
Ogni uomo della vita mia
era il verso di una poesia
buttata, stracciata,
raccolta, abbracciata
Questo amore della vita mia,
ogni amore della vita mia,
è cielo e voragine,
è terra che mangio
per vivere ancora
REGIO DECRETO 16 AGOSTO 1909, n. 615 (GU n. 217 del 16/09/1909)
REGOLAMENTO SUI MANICOMI E SUGLI ALIENATI. (PUBBLICATO NELLA GAZZETTA UFFICIALE N.217 DEL 16 SETTEMBRE 1909). QUESTA ERA LA LEGGE IN VIGORE CHE REGOLAVA LA VITA DEI MANICOMI QUANDO DINO VI FU RINCHIUSO NEL 1918
Preambolo
VITTORIO EMANUELE III, PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTÀ DELLA NAZIONE, RE D'ITALIA, VEDUTA LA LEGGE 14 FEBBRAIO 1904, N. 36, SUI MANICOMI E SUGLI ALIENATI; VEDUTO IL REGOLAMENTO PER LA ESECUZIONE DI DETTA LEGGE, APPROVATO CON NOSTRO DECRETO 5 MARZO 1905, N. 158; VEDUTI I PARERI DEL CONSIGLIO SUPERIORE DI SANITÀ E DEL CONSIGLIO DI STATO; UDITO IL CONSIGLIO DEI MINISTRI; SULLA PROPOSTA DEL NOSTRO MINISTRO, SEGRETARIO DI STATO PER GLI AFFARI DELL'INTERNO, PRESIDENTE DEL CONSIGLIO DEI MINISTRI; ABBIAMO DECRETATO E DECRETIAMO:
ARTICOLO UNICO.
È APPROVATO L'UNITO NUOVO REGOLAMENTO PER L'ESECUZIONE DELLA CITATA LEGGE 14 FEBBRAIO 1904, N. 36, SUI MANICOMI E SUGLI ALIENATI.
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