Cesare Tallone, Irene con le ciliegie. Accademia Carrara di Bergamo
Irene Tallone
(Bergamo 16.1.1889 – Milano 4.4.1905)
di
Gigliola Tallone
www.archiviotallone.com
Novembre 2022
Ringrazio la mia amica Gigliola per avermi permesso la pubblicazione, qui sul sito di Dino Campana, del suo ricordo di Irene .
(paolo pianigiani)
Irene, la primogenita di Eleonora e Cesare Tallone, era la luce degli occhi di suo padre, la sua modella preferita, da lui ritratta innumerevoli volte sempre disposta alle lunghe pose per compiacerlo. Era una bambina fragile di salute, ma di forte determinazione e di intelligenza precoce. Dotata di grande sensibilità musicale era avviata allo studio del pianoforte al Conservatorio a Milano l’anno della sua morte. Di lei mi parlano i ricordi intrisi di tristezza dei miei, e le poesie che la zia Virginia le ha dedicato, alcune pubblicate, altre così intime da restare nascoste tra le carte come petali di fiori che si mettono tra i fogli a seccare e a ricordare. Soprattutto mi parlano di lei i ritratti del padre. Una piccola creatura involata prima di diventare donna.
Mentre cerco le foto dei suoi ritratti trovo la brutta copia di una lettera che scrissi a Pupi Avati, uno dei più sensibili registi italiani. Mi aveva contattato per comunicarmi di avere scelto per una scena di un suo film una immagine del ritratto di Irene che il padre Cesare aveva eseguito alla sua prima comunione, ritratto che si trova al Museo d’Arte Moderna di Roma.
Cesare Tallone con la figlia Irene neonata, foto dell’allievo Pellizza da Volpedo, Fondazione Pellizza da Volpedo
Il padre Cesare mentre ritrae la figlia Irene
Gigliola, Giovedì 2 gennaio 2014
Irene
Caro Pupi, questa nostra “misteriosa” Irene non può “pasar por alto” come si dice qui in Spagna, mi intriga davvero e risveglia la mia natura di ricercatrice… del resto, per me non esiste il caso, e finché non raggiungo il senso di certi accadimenti non sono in pace. In fondo, il mistero è il motore della mente, la scintilla dell’intelligenza.
Il cammino è vago, intuitivo, circolare come quello dei sogni e delle fiabe, un viaggio che porta però sempre risultati, che è il senso della nostra vita. Non so dove tu abbia visto l’immagine e perché ti abbia tanto attratto da inserirla nel tuo film. La coincidenza che io abbia scelto Irene per la copertina del mio libro, a pensarci bene, ci ha fatto conoscere e ne sono felice.
Ti parlerò di Irene, la primogenita, la modella che ha ispirato il padre in decine di ritratti sublimi. Era una bambina bellissima e di intelligenza precoce, amava la musica e ed era iscritta l’anno della sua morte, a 16 anni, al Conservatorio di Milano. Zia Virginia, sorella della madre di Irene le dedica strazianti poesie “Giovine fata dalla caste forme nessun sapea qual’era il tuo sognare…”
Nata il gennaio del 1889 è morta l’aprile del 1905. Il 1897, data del ritratto col vestito della prima comunione, aveva 8 anni. Era stato acquisito, all’esposizione veneziana di quell’anno, dal Museo d’Arte Moderna di Roma, dove si trova tutt’ora. Tra i figli Tallone era quella che più ha frequentato Roma. Zia Virginia la portava con sé nella casa dei nonni di via Cavour 32 per lunghi periodi, per alleviare la stanchezza della sorella Eleonora impegnata in gestazioni annuali.
Il suo soprannome era “Pia”, la sua dolcezza e soavità e la sua precoce intelligenza incantavano chi le stava intorno “come potesti mai così fuggire nel tuo primo fiorire o tu ch’eri si lieta e così ignara del male che pel mondo è seminato, tu che l’arte paterna alta ispiravi tu che avevi una Madre?”… “eri fonte soave, astro d’amore ramo d’olivo santo e benedetto”….
Io so perché ho scelto il ritratto suo per la copertina: era la prediletta del padre, e tutti i suoi ritratti sono splendenti, la parte più intima della bambina, più severa, più seria, quasi in contemplazione – lei che normalmente era sempre sorridente – era portata sulla tela, come un silenzioso accordo tra padre e figlia. Sempre come assorta in pensieri alati.
L’opera poi, mi incantava per come erano trattati i bianchi, difficilissimi da ottenere in pittura; Tallone ai suoi allievi diceva di cercare il bianco più bianco del bianco (e il nero più nero del nero) perché la luce cambia sostanzialmente quel colore senza colore. Vedi, un legame in più è Roma, anche se si trattava della Roma capitale degli anni ’90 dell’800.
Ti saluto con un abbraccio
Gigliola.
Cesare Tallone, Ritratto di Irene alla prima comunione, Museo d’Arte Moderna di Roma
Copertina del libro “Cesare Tallone”, Electa
Poesia di Virginia Tango Piatti scritta per Irene dodicenne, inviata con una lettera alla sorella Eleonora, 1901:
V’è una tua letterina
bimba, tra le mie carte,
una lettera breve
scorretta ed imbrattata
d’inchiostro. O scolarina
sempre come si deve
diligente e garbata,
tu meriti tre punti e nulla più…
No, cara
Non la metto in disparte.
La voglio qui. È macchiata,
ed è scorretta, è vero,
ma sembra cosa rara
tra questi fogli. Il nero
dell’inchiostro nasconde
il tuo riso fidente,
e i madornali errori
agli sgorbi congiunti
la fanciullesca mente
che con tutto trastulla.
Lasciala! Che all’infuori
di ciò, nulla m’allieta
fra questi scritti, nulla!
Lasciala, è cosa rara!
Qui, tra mille dolori
e amarezze profonde,
palpita una segreta
speranza, ma sì vana,
forse, e così lontana,
che a me, triste scolara
della vita, due punti
merita e nulla di più…
Cesare Tallone, ritratto della figlia Irene “Invocazione”
Poesia che Virginia non ha pubblicato e che non posso leggere tutta senza commuovermi, ne estrapolo una parte:
…Figlia leggiadra fra le più leggiadre
Nessun sapeva il sogno che sognavi
nessuno mai credeva
che l’occhio glauco limpido e vivace
dove forse d’amore il primo lampo
ingenuo sorrideva,
da l’eterno sigillo era fermato.
Come potesti mai così fuggire
nel tuo primo fiorire
o ti ch’eri sì lieta e così ignara
del male che pel mondo è seminato,
tu che l’arte paterna alta ispiravi
tu che avevi una Madre?
Il nome tuo recava il senso eletto di pace…
Eleonora Tallone
Acquaforte di Cesare Tallone, La figlia Irene (Prova d’artista, esemplare unico)
Cesare Tallone, Irene ammalata