Dino Campana: Acqua di mare amaro
da: Enrico Falqui, " Per una cronistoria dei Canti orfici ", Vallecchi, Firenze 1960, pgg. 101-102
Le due liriche «La dolce Lombardia coi suoi giardini» e «Sorga la larva di antico sogno» sono state ritrovate nella casa di Marradi, «oltre a qualche breve frammento ed a qualche superato rifacimento».
Non avendo potuto esaminarne gli originali («sono particolarmente chiari anche nella scrittura, per quanto scritti su carta in parte già usata (su di una facciata) per note e conti della nativa piccola azienda familiare»), nelle due edizioni del '42 e del '52 le abbiamo pubblicate secondo la lezione trasmessaci dal fratello Manlio.
Ma le osservazioni contenute in una nota di Raul Capra (nel Corriere di Novara del 31 dicembre 1959), a riguardo del quattordicesimo verso di «La dolce Lombardia coi suoi giardini», ci hanno consigliato, per la loro fondatezza, a mutare «Forra» in «Torre», restituendo così l'intero componimento alla sua più intima verità geografica artistica e biografica.
Le osservazioni del Capra portano inoltre a concludere che la lirica si riferisce a Novara, dove, nel settembre 1917, il poeta, perché trovato privo di documenti, fu rinchiuso e trattenuto in carcere, finché non giunse a riscattarlo l'Aleramo, da lui invocata nel telegramma del 12: «Arrestato a Novara vieni a vedermi». Cfr. Campana-Aleramo : Lettere, 143; Aleramo: II passaggio (Bemporad, 1921), 178-180. Di conseguenza la lirica è forse « una delle ultime, se non l'ultima, ad essere stata scritta dal poeta prima d'essere definitivamente travolto dalla follia.
Infatti l'accenno alla prigione sembra necessariamente doversi riferire all'esperienza del poeta», che il 28 gennaio 1918 fu internato per sempre nel manicomio di Castel Pulci. (Su Novara e la sua cupola in una poesia di D. C. cfr. anche V. Leigheb: Realtà nuova, novembre 1956.)