catalogo 1973

 

Con la bella mostra del 1973, che si svolse a Firenze al Vieusseux, si presentarono al mondo tanti ricordi campaniani; ci fu un convegno di cui ci restano gli Atti pubblicati da Vallecchi e curati da Enrico Falqui. E ci resta, anche se è raro trovarlo, questo meraviglioso catalogo, curato dalla giovanissima Maura del Serra. Oggi, 2 Giugno, Maura compie gli anni. Questa pubblicazione vuol essere un omaggio a lei e al suo sconfinato amore per un poeta suo fratello: Dino Campana. Oggi apre ufficialmente e di nuovo, il sito dedicato a Dino Campana. Che si chiama Campanadino.it, al contrario, come era contrario lui. Sempre.

 

Dobbiamo la trascrizione, paziente e puntuale, dall'originale stampato su carta gialla da macellaio (la scelta, indovinatissima, fu certamente ispirata dal personaggio di cui si trattava), alla mia amica Andreina Mancini di Firenze. Che inizia con questa fatica la sua collaborazione al nostro sito. Grazie Andreina!

 

per la redazione

 

paolo pianigiani

 


 

Catalogo  a cura di Maura Del Serra

 

Elaborazioni fotografiche di Giovanni Cillo

 

Illustrazione di copertina di Franco Gentilini

 

Un’idea di Fra’ Giuseppe del Convento di San Francesco di Fiesole, è all’origine della Mostra e del Convegno dedicati a Dino Campana. L’idea fu accolta e perfezionata da un gruppo di promotori e dal Gabinetto G.P. Vieusseux che avendo allo studio una serie di convegni su personaggi e temi coinvolgenti la cultura fiorentina, fu lieto di includere nel primo ciclo ternario,  insieme a Gaetano Salvemini e a Ottone Rosai, il poeta dei Canti Orfici. Una serie di circostanze, fra le quali non ultime il ‘ritrovamento’ e la pubblicazione del manoscritto smarrito ‘Il più lungo giorno, hanno riservato addirittura al Convegno-mostra su Dino Campana di dar principio alla serie.

Sui risultati del convegno si possono fare d’ora previsioni lusinghiere; le giustificano il nome dei relatori e di tutti i partecipanti.

In quanto alla mostra, forse qualcosa di più poteva essere fatto se si avesse avuto più tempo a disposizione, non tanto per individuare il materiale, ma per raccoglierlo, dovendosi  vincere spesso le comprensibili riluttanze dei proprietari. Ma già così com’è, descritta  da un catalogo molto ben compilato,  può costituire un precedente e invogliare a applicare più spesso la formula.

II ringraziamento dei promotori e del Gabinetto Vieusseux va quindi a tutti quelli che in un modo o nell’altro si sono uniti a loro per studiare l’opera del Poeta che da oltre 40 anni riposa alle porte della nostra città.

                                                                                                                        A.B.

               

                          

I. DOCUMENTI AUTOGRAFI

a) ORIGINALI

1. ‘Fascicolo Marradese’. Databile circa 1911-1912. Diciotto pagine su fogli protocollo, con numerazione autografa; le pp.1, 10, 17 e 18 sono bianche. Scrittura ampia e irregolare, con frequenti correzioni, annotazioni sui margini e sbavature d’ inchiostro. Le pp. 2 e 3 contengono abbozzi e varianti dei vv.13-19 della prima strofa di Genova, e un abbozzo a matita dei vv.4-8 del Viaggio a Montevideo, che continua a p.4 (abbozzo dei vv.2 e 4, in tre righe).

Le pp.5 e 6 contengono rispettivamente l’abbozzo di Crepuscolo mediterraneo (con molte correzioni nella parte iniziale) e la seconda parte della prima stesura della stessa prosa (riportata, nelle edizioni attuali dei Canti Orfici, alla sezione Taccuini, abbozzi e carte varie II). La p.7 contiene il testo, quasi uguale a quello definitivo ma in stesura prosastica, del Canto della tenebra (riportato anch’esso nella stessa sezione degli Orfici); la p.8 due righe di Crepuscolo mediterraneo; la p.9 un abbozzo dell’inizio di Notturno teppista (vv.1-4). Le pp.11-13 contengono lastesura integrale, con molte correzioni, varianti e cancellature, de La giornata di un nevrastenico. La p.14 è occupata dall’abbozzo dei primi due terzi de La sera di fiera (fino all’attuale v.18). Le pp.15-16 riportano infine un’annotazione, registrata anche nel Taccuinetto faentino (p.32), e il testo - con varianti, alcune delle quali riportate nel Taccuinetto stesso - di Faenza. Il ‘Fascicolo Marradese’ è stato pubblicato a cura di Anna Ravagli (figlia del trascrittore e commentatore Federico Ravagli) per i tipi di Bemporad Marzocco, 1972.

                                                                                                                              (Proprietà Ravagli) 

 

2. Foglietto volante del ‘Fascicolo Marradese’. Foglietto di taccuino con molte correzioni e scrittura disordinata. Contiene due brani: il primo è costituito dai vv.20-27 di Sorga la larva di antico sogno (compresa ora nella sezione Taccuini I degli Orfici); il secondo (abbozzo di una prosa inedita, incompiuta, imperniata sul tema dell’adolescente ambigua avvolta dal vento) è una variante, o meglio una stesura parallela, della stessa lirica.

                                                                                                                              (Proprietà Ravagli)

 

3. ‘Carte Bandini’. Composte da a) Manoscritto di sette pagine su foglio protocollo, con numerazione non autografa; scrittura spaziata e regolare, con poche cancellature e qualche correzione. Di datazione difficile (forse intorno al 1909) contiene, nell’ordine in cui si trovano attualmente negli Orfici, il testo delle sette poesie componenti i Notturni, senza il titolo. Nella p.1 e in parte della 2, La Chimera; nella 2 e parte della 3, Giardino autunnale (Firenze); nel resto della 3, La Speranza (sul torrente notturno), i cui ultimi sei versi appaiono cancellati nella loro prima stesura e riscritti a lato, secondo la lezione attuale, con inchiostro diverso e in data senz’altro posteriore.  Nella  p.4 e in parte della 5, L’invetriata (con numerose cancellature e correzioni posteriori ai vv. 4 e 9)  e Il canto della tenebra (tono minore) con cancellature e correzioni ai vv. 5-10 (che nella prima stesura erano i 5-8). Nel resto di p.5 e in due terzi della 6, La sera di fiera, senza correzioni. Nel resto di p.6 e nella 7 (foglio diverso, senza rigature), La petite promenade du poète ugualmente senza correzioni. Il manoscritto è stato pubblicato da G. Innamorati in ‘Paragone’, giugno 1957, a cui si rimanda per la registrazione puntuale delle varianti. b) Biglietto di Campana a Luigi Bandini. Due facciate su foglietto volante, carta commerciale. Databile circa 1915, durante il primo soggiorno svizzero di Campana: scrittura ampia, con sbavature finali. Campana invia affettuosamente il manoscritto degli Orfici all’amico, come prova del proprio valore;  lo ringrazia della sua comprensione e si affida al destino ingiusto.  c) Contratto per la stampa dei Canti Orfici, a firma  dello stampatore Bruno Ravagli e di due testimoni (Luigi Bandini e Camillo Fabroni); datato 7 giugno 1914 in Marradi. Tre pagine protocollo. Il prezzo del libro vi viene fissato in L.2,50.

d) Ricevuta di B. Ravagli a Luigi Bandini, datata 8 giugno 1914, Marradi, per la caparra di L.110 versata dal Bandini per la stampa degli Orfici. Foglietto volante da foglio protocollo. e) Biglietto di Giovanni Campana (padre del poeta) a Luigi Bandini; da Marradi; datato 16- … -1924. Lo scrivente informa l’amico delle difficoltà frapposte dal Ravagli per l’invio di venti copie della prima edizione degli Orfici. f) Cartolina postale, da Firenze, di Giovanni Campana a Luigi Bandini, datata 1-2-1924. Continua la polemica precedente col Ravagli,  ringraziando l’amico per il suo aiuto.

                                                                                                                              (Proprietà Bandini)

 

4.  Lettera da Firenze alla rivista ‘Difesa dell’arte’; datazione incerta (circa 1909). Quattro pagine formato biglietto; scrittura spaziata e regolare, con pochissime cancellature, qualche ripetizione e svista ortografica. Contiene consigli del giovane Campana alla redazione della rivista in materia di critica teatrale e artistica, insieme alla offerta della propria collaborazione.

                                                                                                                                 (Proprietà Ravagli)

 

5. Cartolina postale da Marradi (timbro: 23-XII-1913) a Giovanni Papini. Indirizzata alla sede di ‘Lacerba’; scrittura rapida, abbastanza regolare. Campana invia saluti e attestazioni di solidarietà al destinatario e agli amici, dai boschi di Marradi. Sul verso, veduta di Marradi.

                                                                                                                          (Proprietà Pazskovski-Papini)

 

6.  Lettera da Marradi (data autografa 6-1-1914) a Giuseppe Prezzolini, in accompagnamento a La Chimera, per la sperata (e non avvenuta) pubblicazione ne ‘La Voce’. Foglio protocollo macchiato; scrittura ampia e regolare, senza cancellature. La lezione della lirica, che occupa la seconda facciata del foglio, è quella definitiva. Campana si affida, per essere stampato, alla sensibilità critica e umana del destinatario, a cui raccomanda la lirica.

La lettera è stata pubblicata da E. Falqui in Per una cronistoria dei Canti Orfici, Firenze. Vallecchi, 1960, p.28-29.

                                                                                                                            (Proprietà Prezzolini)

 

7.  Lettera da Torino (data autografa 2-II-1915) a G. Papini, su carta rigata e intestata di ristorante. Scrittura molto ampia, via via più irregolare verso la fine della seconda facciata. Comunica a Papini la scoperta di un nuovo ingegno, Anacleto Francini, e lo propone per pubblicazioni sulla ‘Voce’. Il tono è  di stima affettuosa.

                                                                                                                   (Proprietà Pazskovski-Papini)

 

8. Cartolina postale (timbro: 14-1V-1915) da Ginevra a Giovanni Papini. Scrittura rapida e irregolare, senza correzioni. Chiede al ricevente, in tono metà ironico-amaro metà rispettoso, se vuole utilizzare una traduzione di Russell (nel testo: Russel) da lui già cominciata; dello stesso tono ambiguo sono gli apprezzamenti sull’evoluzione letteraria italiana e vociana e sui passati rapporti col destinatario.

                                                                                                               (Proprietà Pazskowski-Papini)

 

9.   Lettera da Marradi (data autografa 4-IV-1915) a Giuseppe Prezzolini.

Quattro facciate formato biglietto, scrittura veloce, ampia nella prima facciata, più minuta e ravvicinata nelle due centrali, irregolare e nervosa, con cancellature, nella ultima). Dopo aver chiesto al ricevente un passaporto per la Svizzera, esprime considerazioni amare sul dannunzianesimo e il presunto rinnovamento dell’arte italiana, vociana in particolare; seguono speranze sulla Francia e sull’esito culturale positivo della guerra.

                                                                                                                             (Proprietà Prezzolini)

 

10.  Cartolina postale da Settignano (timbro: 3-11-1916) a Bino Binazzi. Scrittura scomposta, con qualche cancellatura. Esprime in tono un po’ amaro il proprio rincrescimento e le proprie scuse per gli sfoghi contenuti in una cartolina precedente, e rileva le qualità positive della ‘Brigata’ (a cui Binazzi collaborava, e sulla quale era apparsa la prima quartina di  A Mario Novaro) e il suo valore nazionale,  antitedesco.

                                                                                                                               (Proprietà Ravagli)

 

11. Cartolina postale da Marradi (timbro: 23-XI-1917) a Federico Ravagli. Scrittura rada, ampia e irregolare. Impressioni positive di Bologna e affettuosità per il destinatario, unite al desiderio di pace e di oblio per sé.

.                                                                                                                                (Proprietà Ravagli)

 

12. Cartolina postale da Marradi (timbro: 25-IX-1917) a Giovanni Papini, respinta da Firenze a Pieve S.Stefano. Scrittura molto irregolare, senza correzioni. Sfogo fra l’amaro e l’ironico su uno stato d’animo ormai disperato ( il ‘fauno deluso’ ), con fantasie di persecuzione affioranti sotto le scenette fantastiche.

                                                                                                            (Proprietà Pazskowski-Papini)

 

13. Cartolina postale da Marradi (timbro: Firenze-Faenza, 7-X-1917) a Federico Ravagli. Indirizzo metà a lapis metà a penna; testo a lapis. Scrittura rada, via via più irregolare. Chiede l’indirizzo di Bacchelli.

                                                                                                                                

                                                                                                                     (Proprietà Ravagli)

 

14. Cartolina postale da Lastra a Signa (timbro: 25-XI-1917) a Danilo Lebrecht (meglio conosciuto come Lorenzo Montano). Scrittura minuta e regolare, senza correzioni. E’ uno sfogo contro la natura vile e piccolo-borghese di certa critica italiana del tempo e contro la supposta vendicatività dell’Aleramo verso di lui.

                                                                                                                      (Proprietà Chiappelli)

 

15. Biglietto con busta, di provenienza incerta (timbro: Firenze-Pisa, 9-XII-1917) a Danilo Lebrecht. Carta di foglio protocollo tagliato, scrittura molto disordinata e violenta, a tratti incomprensibile, con macchie e grossi caratteri maiuscoli qua e là. E’ uno sfogo sboccato e ormai dissociato (un mese dopo Campana verrà internato a Castel Pulci) in cui confluiscono alla rinfusa motivi biografici rinnegati, dal patriottismo al rapporto con l’Aleramo a quelli coi futuristi.

                                                                                                                             (Proprietà Chiappelli)

 


 

b) RIPRODUZIONI

1)  Fotocopia de Il più lungo giorno, manoscritto originale degli Orfici poi ricomposti a memoria (consegnato in lettura, nell’inverno del 1913, da Campana a Papini e da Papini a Soffici; smarrito da quest’ultimo in un trasloco e ritrovato dai familiari nel 1971). Sessantotto fogli doppi, con scrittura generalmente ampia e regolare; alcune correzioni e passi cancellati da tratti di penna; numerose le varianti di ogni tipo rispetto alla seconda stesura (l’edizione attuale degli Orfici).

Fg.1 La pag. sinistra contiene tre righe a grandi caratteri: il titolo (Il più lungo / giorno) e la firma. La pag. destra contiene: in alto ripetuta due volte, la firma; una epigrafe siglata N.N. (forse dello stesso Campana),  ‘Solo il dolore è vero’; due epigrafi nietzschiane, la prima a grandi caratteri (compare anche nel Taccuinetto faentino, a pag 69) la seconda piccola, entrambe a firma Federico Nietzsche; una terza epigrafe, a firma Ed. Goncourt.

Fg.2. La pag. sinistra è occupata da un passo di Soffici, ancora a mo’ di epigrafe, sulla necessaria purezza e musicalità dell’arte; la pag. destra, dai titoli cancellati Cinematografia sentimentale e L’ amore, sostituiti più in alto, in caratteri minuti probabilmente posteriori, da quello La notte mistica dell’amore e del dolore. Scorci bizantini morti cinematografiche; di lato è ripetuta l’epigrafe ‘Solo il  dolore è vero’. Più sotto il titolo aggiunto, negli stessi caratteri minuti, I. La notte mistica e, con varianti ortografiche, il primo paragrafo dell’attuale La notte, e due righe del secondo paragrafo.

Fgg.3-16. Contengono i paragrafi 2-16 de La notte, con varianti sintattiche e di punteggiatura, ridotta rispetto alla seconda stesura. Nella pag. destra del fg.16 il titolo della seconda parte (ora I . II viaggio e il ritorno) suona II, Il viaggio. La parte comprende i fgg.16-18; varianti di punteggiatura, molto più pausata rispetto alla seconda stesura.

Fgg.18-20. Contengono una terza parte dal titolo sdoppiato (III. Il ritorno) rispetto a quello attuale (v. sopra). Molte aggiunte e varianti di punteggiatura, qui più pausata.

Fg.20. Contiene l’ultima parte de La notte, dal titolo La sosta (prima, cancellato: Finale) corrispondente all’attuale terza parte (Fine); qualche aggiunta e correzione.

Fgg.21-26. Contengono il testo dei Notturni, senza titolo, con qualche correzione e variante dei titoli singoli. In ordine: La Chimera; Giardino autunnale (Firenze); La petite promenade du poète (Firenze); Il canto della tenebra (tono minore); Scirocco serale (Piazza S.Petronio), che poi Campana respinse dai Notturni (ora compreso, col titolo Vecchi versi e senza il gruppo centrale [vv.5-8], nella sezione Versi sparsi degli Orfici); L’invetriata; Sul torrente notturno. La Speranza (poi La speranza (sul torrente notturno)); La notte di fiera (poi La sera di fiera) fino allo attuale v. 23; la stesura dei vv.16-23 qui è prosastica.

Fgg.26-27. Nella pag. destra del fg.26, senza titolo, gli ultimi cinque versi dell’attuale Notturno teppista, (la frase ‘che le si annaffii’ del v.4 è stata poi soppressa) e la lirica Firenze, riportata nella sezione La Verna degli Orfici; gli ultimi quattro versi presentano varianti molto notevoli rispetto alla seconda stesura (dove suonano: ‘azzurro l’arco dell’ intercolonno / Trema rigato tra i palazzi eccelsi: / Candide righe nell’azzurro: persi / Voli: su bianca gioventù in colonne’).

Il Fg.27, tranne per le ultime tre righe di Firenze, è bianco, e così 1a pag. sinistra del Fg. 28. .Nella pag. destra, col titolo generale Il pellegrinaggio: le sorgenti (affiancato dall’altro Il mattino), inizia La Verna note di viaggio (poi La Verrna); il titolo attuale della prima parte è I. La Verna (Diario); tutto il brano che segue l’ indicazione topografica Le Scalelle (fgg.28-29) è stato soppresso nella seconda stesura, probabilmente per il suo tono troppo favolistico. La data che segue l’indicazione topografica di Castagno, e il brano relativo (fgg.30-32) nella seconda stesura è stata  trasformata da 16 7bre in settembre.  Varianti di interpunzione (mancano i numerosi punti esclamativi del passo nella seconda stesura) e contenutistiche (manca nella pag. sinistra del fg.32  il brano corrispondente all’indicazione Sulla Falterona nella seconda stesura.) Anche le tre date corrispondenti ai tre brani successivi della prima parte (fgg.33-40) sono qui anticipate di un giorno rispetto alla seconda stesura; e cioè, rispettivamente: Stia 19 7mbre (poi: Stia, 20 settembre) 20 7mbre (Presso la Verna) (poi: 21 settembre (presso la Verna) e 21 7mbre (La Verna) (poi: 22 Settembre (La Verna). Anteriore anche la collocazione cronologica dell’iscrizione riportata sotto il brano corrispondente a quest’ultima data (fg.36, pag. sinistra): qui, 15 Luglio 190. .. poi 20 Agosto 189...   

Fg.40, pag. sinistra: sotto il titolo della seconda parte, Ritorno (fgg.40-48, poi II. Ritorno)  la parentetica Nello spazio, fuori del tempo è posta prima di Salgo, che qui è il primo verso, e non  il titolo, della lirica seguente (poi: SALGO (nello spazio, fuori del tempo)). Nei fgg.40-42 molte cancellature e varianti di posizione dei brani - per altro già corrette - rispetto alla seconda stesura. 

Fg.43, pag. destra: il brano che segue l’indicazione topografica Monte Filetto (27-7mbre) (poi: 25 Settembre) appare inserito, successivamente, in caratteri minuti e frettolosi, insieme all’indicazione Pomeriggio, poi soppressa.                   

Fg.44, pag. sinistra: l’indicazione Campigno 28 7mbre appare mutata, nella seconda stesura, in Presso Campigno (26 Settembre).

Fg.47, pag. sinistra: i punti interrogativi nelle due frasi finali del brano chiuso da punti di sospensione appaiono aggiunti, e non ricompaiono nella seconda stesura.

Fg.48, pag. sinistra: prima del brano a cui è stata posta come introduzione cronologica l’indicazione 8bre (poi: Presso Marradi (ottobre)) manca qui il brano introdotto, nella seconda stesura, da Marradi (Antica volta. Specchio Velato). La pag. destra, dopo l’indicazione Marradi: a metà è bianca, probabilmente in funzione di un brano conclusivo non scritto. 

Fgg.49-51. Col titolo Alba e varianti di collocazione dei gruppi di versi rispetto alla seconda stesura (gli 8-18 diventano i 25-36 e i 19-35 gli 11-24) contengono le Immagini del viaggio e della montagna; numerose anche le varianti semantiche, sintattiche e metriche.

Fgg.51-52. Col titolo Giro d’Italia in bicicletta (1° arrivato al traguardo di Marradi) e numerose varianti (notevole l’invocazione di chiusa, poi soppressa, Dionisos Dionisos Dionisos) contengono i versi di Dall’alto in giù per la china ripida del Quaderno, poi ulteriormente rielaborati come Traguardo (Taccuini, abbozzi e carte varie I).

Fgg.52-54. Senza titolo e con inizio dall’attuale v.18, comprendono i versi di Viaggio a Montevideo, con alcune varianti aggettivali e una strofica (dopo il v.16 lo spazio è lasciato bianco, probabilmente in funzione dei successivi da aggiungere, gli attuali 33-36).

Fgg.54-55. La pag. destra del primo e la sinistra del secondo sono bianche; alla fine di quest’ultima sotto il titolo poi soppresso, III. Il viaggio e l’ incidente (che pone in diretta continuità la prosa con le due parti della Verna) inizia Passeggiata in tram fino in America e ritorno (poi Passeggiata in tram in America e ritorno), che si estende fino alla pag. destra del Fg.58; molte le aggiunte e le varianti nella pagina iniziale; punteggiatura meno articolata rispetto alla seconda stesura.

Fg.58 (pag. destra) – Fg.63 (pag. destra primo rigo). Contengono Pampa (ora compresa, come la precedente Passeggiata, nella sezione Varie e frammenti degli Orfici; abbastanza numerose le varianti, quasi tutte sintattiche e semantiche.

Fg.63 (pag. destra) – Fg.68 (pag.destra). Contengono Il canto di Genova. Preludi mediterranei (ora Genova), poesia di chiusa degli Orfici nella prima e seconda edizione (ora in chiusa alla sezione cit. Varie e frammenti). Spostato all’inizio della strofa seguente appare anche il titolo II / (attimo meridiano). Dopo il numero romano III all’inizio della terza strofa (fg. 65, pag. sinistra) nelle seguenti i segni di separazione sono costituiti da tratti di penna orizzontali o dal segno

 

                                                                                                         *

                                                                                                       *   *

 

Numerose e di ogni tipo le varianti della quarta strofa rispetto alla seconda stesura. All’ inizio della quinta strofa (fg.67, pag. sinistra) compare a mo di titolo Spiaggia spiaggia, omesso dal contesto di Genova nella seconda stesura; una variante della stessa strofa rispetto ad entrambe le stesure fa ora parte, col titolo originario, della sezione Taccuini, abbozzi e carte varie I, degli Orfici. Manca in questa stesura la settima e ultima strofa (O siciliana proterva opulente matrona) di redazione posteriore.

 

2. Trascrizione di un aforisma nietzschiano della Gaia scienza (Le donne e la loro influenza a distanza) nella traduzione di A. Cippico, con qualche variante. Data incerta, collocabile fra il 1910 e il 1912 circa.

                                                                                                                                 (Proprietà Falqui)

2 bis. Seguito della precedente.

 

3. Prima stesura delle poesie  Guglielmina e Manfreda al balcone e  A una troia dagli occhi ferrigni, ora comprese nella sezione Quaderno degli Orfici. Molte correzioni e cancellature.

                                                                                                                                (Proprietà Falqui)

 

4. Lettera da Faenza. (timbro: 23-VII-1915) a Mario Novaro Campana offre la propria collaborazione letteraria, fornendo notizie sulle proprie condizioni fisiche precarie.                                                                                  

                                                                                                                                 (Proprietà Falqui)

 

4 bis. Seguito della precedente.

 

5. Lettera a Mario Novaro (settembre 1915 circa) in accompagnamento all’invio di Toscanità (A Bino Binazzi). Insieme alla sua ‘piccola bizzarria’ fornisce delucidazioni sul proprio carattere di ‘primitivo’ e speranze sull’avvenire della letteratura italiana. 

                                                                                                                             (Proprietà Falqui)

 

6. Cartolina postale da Marradi (timbro: 21-I-1916) a Mario Novaro. Invia, a firma Barbarossa e col titolo Aveu, gli ultimi cinque versi di Notturno teppista, con varianti negli ultimi due.

                                                                                                                                 ( Proprietà Falqui)

 

7. Cartolina postale da Marradi (timbro: 21-II-1916) a Mario Novaro. Ringrazia il destinatario per l’invio della ‘Riviera Ligure’ e gli dedica una incompiuta  ‘poesia patriottica’ (il Canto proletario italo-francese, poi, appunto, A M.N.) insieme ad apprezzamenti sui tempi critici e sulla propria salute.

                                                                                                                                (Proprietà Falqui) 

 

8. Lettera da Firenze (febbraio 1916 circa) a Mario Novaro, di accompagnamento all’invio di  Arabesco--Olimpia. Apprezzamenti positivi su quest’ultima prosa, e ‘sforzi di spirito’ ironici sui vociani.

                                                                                                                                 (Proprietà  Falqui)

 

9. Cartolina postale (timbro: 23-III-1916) da Firenze ad Anselmo Geribò. Recto. Apprezzamenti in tono ironico-affaristico sugli Orfici, e in tono più serio sui fiorentini-nemici. Ripete i versi, non apprezzati dal destinatario, di Aveu.

                                                                                                                                  (Proprietà Falqui)

 

9 bis. Verso della precedente.

 

10. Biglietto da Firenze (febbraio-marzo 1916 circa) a Mario Novaro,  in accompagnamento ironico alle Storie, a firma-pseudonimo Anselmo Geribò. Non accettate per la ‘Riviera’, le Storie furono pubblicate solo nel 1941 in Oggi, da E. Falqui.

                                                                                                                                 (Proprietà Falqui)

 

11. Testo delle Storie

                                                                                                                                 (Proprietà Falqui)

 

12. Seguito del precedente.

 

13. Lettera a Mario Novaro (marzo 1916 circa), di accompagnamento elogiativo all’invio di Dianora della Giaconi per la ‘Riviera’, dove apparve senza titolo nel maggio 1916.

                                                                                                                                  (Proprietà Falqui)

 

13 bis. Seguito della precedente: testo di Dianora su foglio dell’Acqua Nocera-Umbra, con diverse varianti ortografiche e di punteggiatura.

                                                                                                                                   (Proprietà Falqui)

 

14. Bozza di Dianora rinviata da Campana al Novaro, con correzioni e apprezzamenti autografi.  L’annotazione parentetica finale sull’autrice è di Novaro.

                                                                                                                                   (Proprietà Falqui)

 

15. Cartolina postale (timbro: 12-IV-1916) da Lastra a Signa a Mario Novaro. Recto. Considerazioni autobiografiche (sui fiorentini, il fallito arruolamento, l’amore per la Francia, la salute) e richiesta di una ‘piccola occupazione’ per sopravvivere.

                                                                                                                                  (Proprietà Falqui)

 

15 bis. Verso della precedente.

 

16. Fotocopia del Canto proletario italo-francese (luglio 1916). Scrittura ampia, regolare all’inizio, poi via via più frettolosa, senza cancellature e correzioni.

 

17. Cartolina postale da Lastra a Signa (timbro: 24-XI-1917) a Mario Novaro. Apprezzamenti amari e sfoghi contro i letterati fiorentini.

                                                                                                                                   (Proprietà Falqui)

 


 

II. RIVISTE, GIORNALI E ANTOLOGIE CON PRIME PUBBLICAZIONI Dl TESTI CAMPANIANI E PRIMI CONTRIBUTI CRITICI, IN ORDINE CRONOLOGICO. 

 

1. ‘Il Papiro’,  foglio periodico di Bologna, 8 dicembre 1912.  Primo giornale goliardico a cui collaborò Campana, contiene: a p.2 Montagna-La Chimera (prima redazione de La Chimera) a firma ‘Campanone’; a p.4 Le Cafard (Nostalgia del viaggio), a firma ‘Campanula’ (in questa prima redazione la lirica unisce una stesura di Barche amarrate a versi di La messa a S. Maria della Fortuna e di O l’anima vivente delle cose, ora rispettivamente nella sezione Taccuini, abbozzi e carte varie I e Quaderno degli Orfici; cfr. E. Falqui. Per una cronistoria ecc., cit., p.120); a p.6,  a firma ‘Din Don’, Dualismo, (Lettera aperta a Manuelita Etchegarray), nella seconda stesura (ora  riportata in Taccuini, abbozzi e Carte varie Il) .

                                                                                                                                 (Proprietà Ravagli)

 

2. ‘Il Goliardo’, foglio periodico di Bologna, 18-19 febbraio 1913. Secondo e ultimo giornale goliardico cui collaborò Campana. A p.7, con firma autentica e completa, Torre rossa -  Scorcio, prima redazione della prima parte de La Notte (La notte, parr.1-8); ora riportata in Taccuini. abbozzi e carte varie II.

 

3. ‘La Voce’, 30 dicembre 1914. Alle pp.138-139 contiene la prima recensione (elogiativa) ai Canti Orfici, quella di Giuseppe De Robertis.

                                                                                                              (Proprietà Libreria Salimbeni)

 

4. ‘Lacerba’, 15 novembre 1914. Alle pp.314-316 contiene Sogno di prigione, L’incontro di Regolo e Piazza Sarzano, a firma Campana e senza varianti.

                                                                                                               (Proprietà Libreria Gonnelli)

 

5. ‘La Tempra’ di Pistoia, 1 aprile 1915. A p.6 articolo elogiativo di G. Costetti sugli Orfici.

                                                                                                         (Proprietà fra’ Giuseppe Rossi)

 

6. ‘La Voce’, 15 agosto 1915.  A p.902 il testo senza varianti di Frammento (poi: Bastimento in viaggio); firma completa.

                                                                                                                 (Proprietà Libreria Gonnelli)

 

7. ‘La Tempra’, 15 ottobre 1915.  A p.7 il testo di Arabesco-Olimpia, senza varianti, tranne la mancanza del secondo asterisco dopo ‘Berna’;  firma completa

                                                                                                              (Proprietà  fra’ Giuseppe Rossi)

 

8. Poeti d’oggi, antologia a cura di G. Papini e P. Pancrazi. Firenze, Vallecchi, 1920. Alle pp.72 -78 dopo una nota biografico-critica con una svista (‘Castelpucci’ per ‘Castel Pulci’) riporta, in ordine: a) l’attuale par.6 de La notte, col titolo La matrona; b) La petite promenade du poète; c) tre brani de La Verna: Sulla Falterona, Presso La Verna (nell’originale: 21 Settembre presso La Verna), Marradi (Antica volta. Specchio velato); d) col titolo Toscana, i parr.2 e 3 della prosa Firenze. Sotto ognuno dei brani il corsivo fra parentesi Canti Orfici.

                                                                                                                (Proprietà Libreria Salimbeni)

 

9. Ritaglio del ‘Resto del Carlino’ di Bologna, 11 aprile 1922, con l’articolo di Bìno Binazzi che    inaugurò la mitizzazione del ‘poeta pazzo’.

 

10. ‘La Teda’ di Firenze,  novembre-dicembre 1922.  A p.121 il testo di Notturno teppista, fino allora inedito, unito (dopo il v.15) ad una versione con varianti di Vecchi versi (i versi fra parentesi furono poi soppressi).

                                                                                                                                (Proprietà Ravagli)

 

11. ‘Prospettive’ di Roma, 15 febbraio-15 marzo 1941. Alle pp,3-15 un saggio di F. Matacotta su Campana orfico e sul fino allora inedito Taccuino di poesie (poi confluite nei Taccuini, abbozzi e carte varie): inoltre i testi: delle quattro liriche per Sibilla Aleramo (con riproduzione dell’autografo della prima, I piloni fanno il fiume più bello); di Prosa in poesia; di Sdraiata nel carrettino; di Fabbricare: di due dei tre Propectus, il secondo e il terzo (in quest’ultimo la variante, ripetuta due volte, ‘Cara mama’, anzichè, come nel testo attuale, ‘Cara mamma’); di Chiacchierata serale.

                                                                                                                                (Proprietà Ravagli)

 

12. Ritaglio di ‘Primato’ di Roma, 1 ottobre 1942, con riproduzione di una lirica in tedesco creduta di Campana, ed ottenuta dalla fusione di due strofe diverse di Heine. Fornita da Manlio Campana, la lirica fu esclusa dalle edizioni successive degli Orfici perché non di concezione del loro autore (cfr. E. Falqui, Per una cronistoria ecc., cit., pp.110-111). Nell’altro senso del foglio riprodotto un frammento inedito de La Verna.

 


 

III. ESEMPLARI DELLA PRIMA EDIZIONE DEI CANTI ORFICI (Marradi, tip. Ravagli).

 

1. Esemplare con dedica autografa a Levasti (scrittura irregolare con difficoltà grafiche, dovuta forse alla posizione in piedi): Al letterato Levasti in segno di stima / Dinò [sic] Campana’. L’esemplare fa parte di quelli privati dall’autore, all’entrata in guerra dell’Italia, della pag.4, con la dedica a Guglielmo imperatore.

 

2. Esemplare con dedica autografa a Bastianelli e a Pagliai (scrittura ampia e slargata): ‘ A Bastianelli musico / a Pagliai letterato ma poeta / amichevolmente / Dino Campana’. A p.3 cancellatura autografa del sottotitolo ‘Die Tragödie des Letzten Germanen in Italien’; a p.4, ai due lati del secondo rigo della dedica (‘A Guglielmo II imperatore dei Germani / L’Autore dedica’) 1a scritta autografa ripetuta ‘non più’ (il secondo più calcato e rifatto su altra parola illeggibile). Sotto le negazioni la firma frettolosa.

 

3. Esemplare con dedica autografa a Fallacara (scrittura ampia): ‘All’egregio amico e poeta / Fallacara in segno di / vivace stima / Dino Campana’.  Privo del frontespizio, reca molti passi con segni di cancellature verticali (a p.79 i vv.5-8 di Firenze cancellati col segno X); postille autografe a mo’ di correzione alle pp.26, 31, 71, 75; due passi (pp.53-54 e 65) sono contrassegnati in principio e in fine da crocetta; aggiunte autografe alle pp.82-83 (Arabesco-Olimpia) 88 (Toscanità) 89 (Bastimento in viaggio).

                                                                                                                              (Proprietà Fallacara)

 



IV.   MATERIALE ICONOGRAFICO

1.  Dino Campana in braccio alla madre, Fanny Luti) (1886 circa).  (orig.)

2.  Dino Campana con i genitori e il fratello minore Manlio  (1895 circa). (orig)

 3. Dino Campana alle scuole elementari di Marradi (il secondo da destra, in prima fila). Il maestro è Torquato Campana, zio di Dino.

4. Dino Campana al Liceo Torricelli di Faenza (il secondo da destra, in prima fila); 1899-1900 circa.

5. Dino Campana (1912 circa); firma autografa.

6. Dino Campana con alcuni amici in montagna, durante una gita (data difficilmente precisabile, forse intorno al 1915).

7. Dino Campana a Castel Pulci nel 1930.

8. Sibilla Aleramo intorno al 1916.

9. Mario Moschi e il giapponese Tanaka testimoni al duello di Campana col letterato fiorentino G.B. (duello poi non avvenuto).

10. Bruno Ravagli alla finestra della sua abitazione, ora scomparsa.

11. Veduta panoramica di Marradi.

12. Veduta di Marradi (cartolina dell’epoca di Campana).

13. Scorcio del torrente Lamone e di una delle torri di Marradi.

14. La piazza di Marradi.

15. Via Dino Campana a Marradi. (dal 1954).

16. Lapide commemorativa di Campana a Marradi.

17. Veduta della Verna (da una cartolina del 1914)

18. Scorcio di Sarna, paesetto ai piedi della Verna (da una foto del 1903) dove Campana probabilmente si fermò durante la sua escursione.

19. La Trattoria-albergo Sanesi a Lastra a Signa (dove Campana abitò dal 1916 alla fine del 1917), con la lapide commemorativa.

20. Un momento della cerimonia di scoprimento della lapide (5 ottobre 1969)

21. L’Ospedale Psichiatrico di Castel Pulci, ai tempi in cui vi era ricoverato Campana.

22. Una delle inferriate dell’Ospedale Psichiatrico.

23. Il letto occupato da Campana durante la sua degenza.

24. Il cimitero di S.Colombano, dove fu sepolto Campana dal 1932 al 1942, quando fu traslato nella chiesa di Badia a Settimo, ai piedi del campanile.

25. Il campanile della Chiesa di Badia a Settimo, ai piedi del quale Campana fu sepolto dal 1942 al 1946.

26. Pietra tombale di Campana nel pavimento della navata della chiesa di Badia a Settimo, dove la salma fu traslata, a seguito dei bombardamenti del 1944,  nel 1946, e dove tuttora si trova.


Altro materiale, eventualmente non giunto in tempo utile, potrà essere esposto fuori catalogo.

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 Composizione e stampa del Centro Recupero e Stampa del Gabinetto G.P.Vieusseux

--   Certosa del Galluzzo  --


               

FUORI CATALOGO

 

– Traduzione di un’ampia scelta dei Canti Orfici in inglese, di I.L.Salomon (New York., 1968). Il traduttore ha modificato l’ordine originario delle poesie, e diviso il libro in sezioni che non corrispondono a quelle stabilite da Campana. (bacheca n.4)

 (Proprietà Innamorati)

 

– Volumetto edito da Scheiwiller - All’insegna  del pesce d’oro - nel 1942.  Contiene, con una  presentazione di Marco Valsecchi, la lirica in tedesco, già pubblicata su ‘Primato’ del 1° ottobre 1942; attribuita a Campana, è stata poi riconosciuta come una trascrizione e fusione di due liriche di Heine (bacheca n.4)

 (Proprietà Scheiwiller)

 

– Esemplare integro della prima edizione dei Canti Orfici (Marradi, Ravagli, 1914), senza dediche,    aggiunte o correzioni. (bacheca n. 5)

 (Proprietà Campana)

 

– Ritratto di Campana  eseguito da Giovanni Costetti (olio)  

 (Proprietà Enrico Vallecchi)

 

–  Ritratto di Campana, di Franco Gentilini, dalla nota fotografia del 1912 circa (n.5 della sezione IV del catalogo) (matita e acquarello)  

(Proprietà  Vigorelli)


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