IL DOTTOR PANE
ATTRAVERSO I DOCUMENTI APPARTENUTI A VIRGINIA TANGO
PIATTI (AGAR) GIOIOSAMENTE SCOPRO L’IDENTITÀ SOTTO LO
PSEUDONIMO DI “DOTTOR PANE”:
IL DOTTOR GUIDO DEL LUNGO DI
FIRENZE
GIGLIOLA TALLONE, NOV 2024.
(elaborato dal mio libro del 2010 con aggiunte le dediche in rima)
La Società “Utopia”
L’idea fu felicissima
(e dir che è proprio mia!)
fondar la fiorentissima
Società l’“Utopia”.
Qual masso che dal vertice
batte sul fondo e sta,
tal destinata è a vivere
la nostra Società.
Pensar che ricchi e poveri
ne possano far parte,
che in fecondo connubio
vi son la Scienza e l’Arte!
V’è ammessa di politica
qualunque opinione
vi si rispetta e tollera
qualsiasi religione.
Ci sono vecchi e giovani
(nessun paga le tasse)
signore gentilissime
persone d’ogni classe.
Ognun vi presta l’opera
d’umano amor conquiso.
Tal società può dirsi:
“in terra un paradiso”
La sede è una dolce oasi
In via della Fornace,
che gli ulivi fronteggiano,
sacro simbolo di pace.
La fede entro la illumina
il sol la scalda fuori.
Presso alle mura trovasi
della città dei Fiori
Un Utopista
Nel libro delle firme e dediche di Virginia Tango Piatti, si trovano quattro simpatiche dediche in rima, firmate Pane, Utopista, dottor Pane, e una, con identica calligrafia, senza firma ma con la data 1920.
In La fabbrica della felicità, Agar dipinge affettuosamente, comprensibilmente con nome inventato, un dottore col soprannome di Dottor Pane, un medico erudito e filantropo che raggiunge in bicicletta le zone più discoste di Firenze per curare i pazienti poveri “…fronte ampia, occhi ridenti, mento aguzzo e falde nere all’antica (…) il dottor Del Segno, scienziato e amico dei poveri, che lo hanno soprannominato, fin da quando era in condotta nel quartiere delle Cure, il dottor Pane, per la sua bontà e il suo equilibrio dei nervi…” .1)
Il ritrovamento di un biglietto datato 25.9.1915, intestato Dott. Guido Del Lungo, Firenze, via Coluccio Salutati 78, stabilisce l’identità di questo medico fiorentino, nobile e simpatico personaggio, che si diletta a scrivere in rima.
Scrive a Virginia: “Spero nel suo sollecito ritorno anche per la Croce Rossa che riceve nuovi malati” e accenna alla prefazione dei suoi versi e alla sua “troppo cortese lettera ultima”. Conclude scrivendo “un distico sentimentalmente umoristico” che si potrebbe applicare alle bellissime cartoline di suo marito [Antonio Piatti] “Con una de tai dame all’orizzonte sarei capace d’arrivare al fronte”.
Con questo biglietto, oltre a confermare la natura autobiografica del testo di Agar, ho potuto stabilire che si tratta dello stesso autore della cartolina postale del 2.8.1918 di G. Del Lungo, da via Domenico Cirillo, 8 alle Cure di Firenze, in cui nomina “Il Buon Consigliere” per richiedere da parte del padre alcune copie.
Nel libro Nella Fabbrica della felicità Agar parla della condotta del dottore nel quartiere delle Cure.
Il dodicenne Marco Bisi nella cartolina datata 17.2.1920, firmata sul retro da Ugo e Maria Bisi, scrive “mi saluti il dottor De Lungo”. 2)
E' stato straordinario per me riconoscere il Dottor Guido Del Lungo, per così dire, in carne ed ossa, nelle dediche e nel personaggio del libro di Virginia Tango Piatti-Agar.
Memorabile il suo manifesto della società dell’Utopia di via Fornace 9, casa di Virginia e sede fiorentina, dal 1920, della Lega Femminile Internazionale per la Pace e la Libertà (WILPF).
Guido Del Lungo e Virginia, due entusiasti utopisti, una vibrante amicizia e aspirazione comune per la Pace, la Libertà e l’Arte.
Qualcuno penserà perché seguire le tracce di un personaggio sconosciuto?
La vita di Virginia si è intrecciata con intellettuali, artisti e politici noti, di cui sono conosciute le biografie, indagate le loro vite, menzionati in molti volumi e persino rappresentati sullo schermo. Perché dunque cercare di portare alla luce un quasi anonimo amico?
Perché il dottor Pane - Guido Del Lungo - ha lasciato la più straordinaria e rara memoria di una amicizia.
Un medico che incontra il 1915 alla Croce Rossa di Firenze Virginia che presta sostegno ai poveri mutilati ricoverati, ascoltando le loro storie, scrivendo per loro lettere alla famiglia, spesso le ultime parole dei poveri giovani mandati al macello, quasi tutti analfabeti.
E il medico la conosce meglio, legge i suoi articoli in “Il Buon Consigliere”, li richiede anche per il padre e fratello, apprezzando la sua attività di giornalista che si espone per accusare l’assurdità della guerra e la cerca, e le dice di aspettarla ancora alla Croce Rossa, perché sono arrivati nuovi malati.
Poi, nella casa ospitale di Virginia di Via Fornace 9, tra amici che condividono l’utopia della pace e stigmatizzano la follia di una guerra nata per interesse e smania di potere come tutte le guerre, scrive in rima la sua, la loro utopia
per un modo migliore, sognando la libertà di manifestare la propria opinione.
Un uomo giusto e sensibile, che aiuta i malati senza averne beneficio economico, un uomo libero: ecco perché merita d’essere ricordato.
Note
1) Agar, La fabbrica della felicità, Edizioni “A. Barion” della Casa per edizioni popolari - S.A., Sesto San Giovanni, Milano1943 - Ristampa identica dell’edizione 1938-XVI.
2) 17-2-1920 Marco Bisi e Ugo e Maria Bisi
…ho ricevuto una cartolina che mi ha mandato la signora Marfori uguale di quella che m’a scritto lei. Da Minerbi sono andato due volte non lo trovato perché è in campagna arriverà a Milano verso la fine di febbraio. In casa nostra c’è una nuova persona e nata una bambina il 14 gennaio a nome Adriana e tanto carina non piange mai. Io non vado a scuola perché cambiamo casa, andiamo a stare a Bovisa farmacia comunale e anderò a scuola quando lei viene a Milano se ci trova ancora in via sansovino bene se nò venga se crede alla Bovisa. Mi saluti il dotor de Lungo Teresa e Palmichin. Vi abbraccia vostro Marco Dica a Rori di guarire presto e di star buono. Tanti saluti e baci a tutti vostro Marco Bisi
(retro) Insieme ai saluti di Marco si abbia i nostri cordialissimi. Con la speranza vederla ci creda di lei aff. Ugo e Maria Bisi
Cartolina postale di Marco Bisi 3.11. 1926 Alla Gentilissima signora Virginia Tango Piatti (Agar) Lyceum via Ricasoli Firenze, ove si firma suo Marco (quasi figliolo). Virginia lo aiutò per avviarlo alla carriera di scultore, presentandolo alla provvidente amica Vanna Piccini. Marco Bisi sarà scultore, figlio di Giannetto Bisi, editore, pubblicista e fotografo e di Adriana Bisi Fabbri, pittrice Futurista e cugina in secondo grado di Umberto Boccioni. Adottato da Ugo e Maria Bisi.
2-8-1918 Cartolina postale G Del Lungo
via Domenico Cirillo 8 alle Cure Firenze
Alla gen.le sig.ra nob. Virginia Piatti Tango
Gentile sig.ra Piatti,
spero stia bene e così il piccolo Rori.
Mio padre mi scrive ricordandomi le copie del Buon Consigliere con l’indovinatissimo giudizio (sue parole) sul libretto dell’Albertina.
Mio fratello avrebbe visto volentieri il nº17.
La verrò a trovare tra qualche dì ma sarebbe meglio per l’invio a Torre Cona (Firenze)
La copia nº 17 è pel fratello Carlo.
Distinti saluti e mi confermo suo aff.mo
D G Del Lungo
Il Buon Consigliere, rivista domenicale di cui Agar era collaboratrice fissa con diverse rubriche.
Il 1915 Virginia Tango Piatti collabora con la Croce Rossa di Firenze e scrive la sua esperienza in: Agar, Dal diario di un’infermiera. Ed “Rassegna Nazionale”, Firenze, 1917 (a puntate)
Firenze (sn) Pistoia, Off, Tip. Cooperativa, 1919 Livello bibliografico: Monografia
Il 1920 Agar inaugura nella sua casa di Via Fornace 9 la sede fiorentina WILPF (Lega Femminile Internazionale per la Pace e la Libertà).