La Voce cambia pelle: 15 novembre 1914
Lacerba, proprio nel numero che vede la pubblicazione di tre testi in prosa di Dino, estratti dai Canti Orfici, annuncia ai lettori il prossimo mutamento di rotta della rivista La Voce. Il passaggio di consegne è da Prezzolini a De Robertis. Dalla politica e dalla filosofia alla letteratura e all'arte. I firmatari dell'annuncio, sotto lo pseudonimo di "Camerieri", non possono essere che Papini e Soffici.
Abbiamo il piacere di rendere disponibile quella copia di Lacerba, in versione integrale, che comprende, oltre ai tre testi di Dino, anche, in ultima pagina, un curioso trafiletto pubblicitario dei Canti Orfici.
Inoltre c'è una articolo di Ottone Rosai assolutamente da leggere!
La redazione
LA “VOCE” SI RINNOVA
Dopo sei anni di gran lavoro e di bel coraggio Giuseppe Prezzolini, amico anche in guerra, lascia la direzione della Voce. Non la Voce, chè ci scriverà spesso. Ma la vecchia Voce polilatere, più seria che lirica, più sociale che artistica, sparisce con lui.
La direzione è stata affidata a Giuseppe De Robertis, un ragazzo meridionale di molto buon gusto e d’inaspettato profondità critica, il quale, invece di laurearsi, preferisce mettere insieme una bella rivista che raccolga finalmente i nomi più sicuri della giovane letteratura italiana.
La nuova Voce sarà dunque prevalentemente letteraria. Ci sarà una parte di lirica pura in prosa e in versi alla quale contribuiranno A. B. Baldini, Govoni, Jahier, Linati, Palazzeschi, Papini, Pea e Soffici. Lunghi saggi di critica daranno lo stesso De Robertis e Renato Serra. D’arte scriveranno Roberto Longhi e Ardengo Soffici, e di musica Giannotto Bastianelli e Ildebrando Pizzetti. Di politica continuerà ad occuparsi Prezzolini. Sarà davvero una bella rivista.
Il primo numero della nuova serie uscirà il 15 dicembre, e sarà in formato più grande del presente, in 64 pp., su carta migliore e costerà come prima 5 soldi. L’abbonamento resta a 5 lire ma chi comprerà venti lire di libri editi dalla Libreria della Voce avrà la rivista gratis per tutto il 1915.
Auguriamo a De Robertis e a tutti gli amici della letteratura che questo tentativo di dare all’Italia una rivista d’arte che possa stare alla pari colle migliori di Francia sua bene accolto da tutti e che la Voce ritrovi, in questa nuova incarnazione, più vita.
I CAMERIERI
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