Lorenzo Bertolani e Marco Moretti
Dino Campana da Castel Pulci a Badia a Settimo
Appena pubblicata la nuova edizione del libro che racconta le ultime vicende della vita di Dino. Con importanti novità.
A cura di Lorenzo Bertolani e Marco Moretti |
Prefazione di Franco Contorbia
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Edizioni CentroLibro, Scandicci
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Collana "Radici" diretta da Alfonso Mirto |
2007 |
La prima edizione di questo libro venne pubblicata nel 1999, in occasione del Premio Letterario Dino Campana tenutosi quell’anno a Badia a Settimo, grazie all’Amministrazione Comunale di Scandicci e all’Associazione Culturale L’Invetriata; questa nuova edizione accresciuta, viene pubblicata, sempre per la cura di Lorenzo Bertolani e Marco Moretti, grazie all’attenzione e alla volontà di Mauro Bagni, per le Edizioni CentroLibro, nella collana "Radici", diretta da Alfonso Mirto.
La nuova edizione |
Contenuti |
La vicenda delle spoglie mortali del poeta
La nuova edizione di Dino Campana da Castel Pulci a Badia a Settimo ripercorre la vicenda delle spoglie mortali del poeta dal giorno della sua morte, avvenuta a Castel Pulci il 1° marzo 1932, fino alla sepoltura definitiva a Badia a Settimo del dicembre 1946.
Nel 1940, grazie alle ricerche di Piero Bargellini documentate dalle pagine de «Il Frontespizio» e da nuovi documenti ritrovati nell’Archivio comunale di Scandicci, le spoglie di Campana furono esumate dal cimitero di San Colombano e inumate una prima volta nella cappella di San Bernardo a Badia a Settimo; l’instabilità di questa sepoltura rese necessaria un’ulteriore sistemazione, dopo il restauro della suddetta cappella, il 3 marzo 1942, nel decennale della morte, data cruciale in cui si riunirono a Badia a Settimo le più importanti personalità artistico-culturali dell'epoca ( Montale, Gatto, Bargellini, Luzi, Papini, Bottai, Parronchi, Bigongiari, Bo, Pratolini, De Robertis…).
Nell’agosto del 1944, i tedeschi in ritirata fecero saltare il campanile di Badia riducendo in macerie anche la sottostante cappella; fu così necessario un ulteriore recupero della cassetta con le ossa del poeta ed una finale sepoltura, il 7 dicembre del 1946, sotto la navata sinistra della chiesa di Badia. È lì che le spoglie di Campana oggi riposano.
La degenza di Campana a Castel Pulci
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La pubblicazione tratta inoltre del ricovero del poeta in Castel Pulci (1918-1932), basandosi su documentazione rara (da archivi, pubblicazioni, carteggi e testimonianze orali) o inedita.
Una testimonianza inedita
Fra le varie testimonianze ricordiamo quella inedita di Alina Barbetti: il padre di lei, l’infermiere Ettore Barbetti, ebbe Campana come aiutante nella dispensa del cronicario di Castel Pulci; la stessa Alina conobbe Campana, perché il padre aveva portato alcune volte con sé il poeta a pranzo nella loro casa di Rinaldi: una testimonianza irripetibile che svela immagini sconosciute del degente Dino Campana.
Fuori dalla mitologia
Si è voluto restituire un aspetto "umano" a Dino Campana durante l’asilo di Castel Pulci: innalzare il poeta dalla mitologia, recuperarlo alla comunità dolorosa di un ricovero, ma lontano da illazioni patologiche e terapeutiche, ancora così attento ai suoi versi, con precisione ed ironia. E certamente stanchezza.
Altri contributi
Il contenuto viene ampliato grazie all'apporto di testi di studiosi della vita e della poesia di Campana: oltre alla prefazione di Franco Contorbia, quelli di Gabriel Cacho Millet e di Roberto Maini.
Da Castel Pulci a Badia a Settimo: gli anni della riscoperta
Con la testimonianza degli articoli pubblicati, abbiamo evidenziato come in quegli anni, dagli anni Venti agli anni Quaranta, metaforicamente identificati col piccolo spazio fisico che separa Castel Pulci da Badia a Settimo, vi fu un vero e proprio recupero di considerazione sulla poesia di Campana, grazie anche alla ristampa dei Canti Orfici del 1928 e del 1941, degli Inediti del 1942 e del libro dello psichiatra Carlo Pariani, Vite non romanzate di Dino Campana scrittore e di Evaristo Boncinelli scultore (1938) sugli incontri col poeta in Castel Pulci, pubblicazione che provocò la ricerca e il recupero delle spoglie di Campana.
Iconografia
L’iconografica, oltre ad immagini conosciute, è completata da altre più rare in attinenza al tema, fra cui quelle, mai prima pubblicate, di infermieri e ricoverati che conobbero Campana a Castel Pulci; fra queste, quella del già citato infermiere Ettore Barbetti e quella del ricoverato Ermanno Borghesi Innocenti, detto il "Chiucchero", che conobbe Campana durante la sua degenza, citato anche da Sergio Zavoli nelle sue pubblicazioni e incontrato da Marco Moretti nel 1974 durante la preparazione del suo lungometraggio sul poeta (il primo in assoluto ad essere girato).
Le parole di Mario Luzi
La «Conversazione con Mario Luzi», con cui si apre la pubblicazione, illustra alcuni aspetti della cerimonia di sepoltura delle spoglie di Campana a dieci anni dalla morte, il 3 marzo 1942 a Badia a Settimo; le parole di Luzi assumono infine significato di testimonianza conclusiva dell'ultimo grande poeta del Novecento sul primo grande poeta con cui il secolo si apriva, Dino Campana, che deve essere ricordato, oltre che per la sua vicenda umana, soprattutto per l'unicità della sua poesia.