Goffredo Bellonci
CAMPANA A GOFFREDO BELLONCI
[Isola della Maddalena, gennaio 1915]
Egregio signor Bellonci1,
La prego di considerare l’invio di questo libro2 come un omaggio di stima. Le sarei obbligato se volesse leggerlo e occuparsene sul Giornale3.
Vivo ora in solitudine in Sardegna e una testimonianza da parte Sua sarebbe per me la cosa più grata e più incoraggiante nelle mie non piccole miserie.
Perdoni questo de profundis e voglia credermi di Lei devmo.
Dino Campana
Dedica autografa al critico Gofreddo Bellonci, scritta nell’occhietto di un esemplare dei Canti Orfici, inviato nel gennaio 1915 alla sede romana de «Il Giornale d’Italia», dall’Isola della Maddalena, in Sardegna. Probabilmente a suggerire il nome di Bellonci fu il poeta forlivese Augusto Garsia che in questo periodo soggiornò nell’isola insieme a Campana. L’esemplare si conserva al fondo del bibliofilo ed editore fiorentino Marino Parenti, presso la Biblioteca della Provincia di Torino. Il testo è stato edito da Maurizio Pallante, I Tallone, Edizioni Scheiwiller, Milano 1989, pp. 114-15; L’Edizione Tallone dei Canti Orfici, «L’Ortica», An.15, nº 17, gen.-mar. 2000, pp. 12-14; e da Roberto Maini e Piero Scapecchi, “Ho bisogno di essere stampato”: un incunabolo del Novecento: i Canti Orfici di Dino Campana. Parte seconda, «Rara Volumina», 2, 1996, p. 56.
1 Goffredo Bellonci, critico letterario e giornalista (Bologna 1882-Lido di Camaiore 1964). Redattore de «Il Giornale d’Italia» dal 1907 al 1952 e collaboratore di vari quotidiani e riviste, fu tra i più assidui critici e scrittori della terza pagina. Fra le sue opere sono da ricordare: Pagine e idee (1929); Introduzione alla letteratura d’oggi (1932); Sette secoli di novelle italiane (1954). Con la moglie Maria accolse nella sua casa di Roma gli «Amici della Domenica», il salotto letterario da cui nacque il Premio Strega.
2 Enrico Tallone e Maurizio Pallante s’accorsero al consultare il libro nel 1985 presso la Biblioteca della Provincia di Torino che le pagine del volumetto con dedica a Bellonci erano ancora intonse, il che dimostrerebbe che l’allora noto critico letterario non lesse il libro, almeno in quella edizione. Vd. Pallante, L’Edizione Tallone dei Canti Orfici, cit., p. 14.
3 Si riferisce a «Il Giornale d’Italia».
Da: Lettere di un povero diavolo, a cura di Gabriel Cacho Millet, ed. Polistampa 2011