"Intimità" di Bianca Fabroni Minucci.
Ritratto a olio di Bianca Lusena
Foto di Alena Fialová
Bianca
di Paolo Pianigiani
Mai mi sarei aspettato di ritrovarmela fra le mani, appena fuori dal giornale dove l'aveva rinvolta Eleonora Chiarugi, nipote di Bianca. Empolese come me, anche se trasferita a Volterra da anni. Gabriel, seguendo strade sue, aveva scovato il ritratto eseguito da Donnabianca, nome d'arte di Bianca Fabroni Minucci, proprietaria della villa sul mare, ad Antignano, dove si incontrarono la Crocerossina e il poeta di Marradi.
Ricordo ancora la sua telefonata agitatissima ma entusiasta: Paolo, ce l'abbiamo! E è roba delle tue parti, di Empoli! Mi dette il numero e il nome della proprietaria. Pensateci voi! Il voi era rivolto ad Alena, che avrebbe fatto le foto al dipinto, e a me, che avrei dovuto fare l'intervista.
Eleonora, per tutti gli amici Nora, mi raccontò, a un tavolino del bar gelateria Viti, della sua famiglia, mi fece vedere le foto di straordinari personaggi, di sua mamma, che era sorella minore di Bianca, di suo zio Umberto, che sarà fra i martiri delle Fosse Ardeatine nel '44, e alcune immagini di Bianca, in divisa da crocerossina. Bellissime.
Il nonno, Leonardo Lusena, portò la famiglia a Empoli, da Livorno, dove risiedeva al tempo dell'incontro dei due giovani, e andò ad abitare in casa di proprietà della famiglia Fucini, la stessa dove era spirato Neri Tanfucio, nel 1921. Nel 1925 il generale Lusena, in alta uniforme, era fra le personalità presenti alla inaugurazione del monumento alla Vittoria. Era dirigente di industrie del vetro, otre che fondatore delle Pubbliche Assistenze locali. Un personaggione, come diaciamo noi, a Empoli.
Firma del Generale Leonardo Lusena presidente della neonata
Associazione delle Pubbliche Assistenze di Empoli
Rimase con noi per una quindicina di giorni, per le foto di rito, in attesa che Nora se la riprendesse. Fu pubblicata per la prima volta nelle Lettere di un povero diavolo, l'ultima immane fatica di Gabriel. Fu una grande emozione condividere con "il capo", come lo chiamavo io, il primo scatto, appena arrivatogli con l'email... gli occhi, grandi, con le lunghe sopracciglia nerissime, rimasti uguali anche dopo anni, quando lo studioso argentino incontrò la Crocerossina, a Roma. Ed ebbe in dono la famosa poesia scritta lipperlì da Campana. Per consolarla, avendo saputo della morte in guerra del fidanzato. In realtà già pubblicata sulla Riviera Ligure. Ma la storia la potete leggere nell'articolo, pubblicato in seguito su Reality: L'amore di un giorno.
Per non lasciarla da sola, senza il bellissimo ricordo, a Bianca fu data una serie di fotocopie, che lei ripose dentro la copia dei Canti Orfici che il poetà le aveva regalato. Queste: