Il prete scomparso

 

di Paolo Pianigiani

 

Del perchè e il comemmai della celebre foto delle cascate dell'Acquacheta girano queste due versioni...

 

 

 

lettere di un povero diavolo

 

 

Quando, una decina d anni fa, nel 2011, ci fu da scegliere la foto da mettere in copertina dell'ultimo libro del Carteggio campaniano, con Gabriel non avevamo dubbi. Sarebbe stata la foto che l'amico Stefano Drei aveva da poco scovato dentro un album di ricordi di viaggio, in una biblioteca privata. L'ultima ricomparsa dal nulla.

L'immagine originale che Stefano ci mandò era virata in seppia, abbastanza buona ma non adatta alle esigenze dell'Editore, che avrebbe dovuto adattarla a una finestra quadrata presente sulle copertine dei volumi della collana "Il Diaspro", dove il libro aveva trovato casa.

Si decise quindi di provvedere alla realizzazione di una nuova immagine, adatta a quel formato.

Dovendo riconsegnare ai legittimi proprietari quell'album benedetto, ebbi l'occasione di custodire per qualche giorno la foto di Campana, grande come un provino a contatto, infilata con le altre immagini sotto una cornice di carta, come si usava per simili libretti autocostruiti in famiglia.

Ma moglie Alena, fotografa e grafica, realizzò una buona riproduzione nel classico bianco e nero, e la portammo, dopo l'ok di Gabriel che orchestrava i lavori da Roma, alla sede fiorentina dell'Editore.

Proposi al grafico di fare un'eccezione, e valutare la possibilità di mettere la bella foto a tutta pagina, o quanto meno in un formato maggiore rispetto a quello disponibile. Non ci fu nulla da fare... Doveva stare nel quadratino...

Fu quindi giocoforza eliminare il personaggio che sovrasta il proprietario dell'album, l'avvocato Giacomo Mazzotti con berretta e baffetti, il povero don Francesco Bosi, sacrificato per esigenze di impaginatura. Solo così la figura di Campana poteva far la sua bella figura e non ridursi a un puntolino sulla riva della cascata ghiacciata.

Non se ne sarebbe accorto nessuno, si disse fra noi, sospirando alla scelta obbligata.

E invece...

Già alla presentazione del libro, al Vieusseux, al momento delle domande di rito, uno dei presenti fece osservare l'arcano... dove era finito don Francesco?

Fui io a chiarire, spiegando quello che avevamo dovuto fare per dare a Campana il maggiore spazio in copertina possibile.

Ma fu allora che mi accorsi che, per errore, a pagina 406 del volume era stata inserita la foto "manipolata", quella senza il prete, che però figurava con il suo titolo nome e cognome, nella didascalia.

Pazienza disse Gabriel, l'importante è che i libro sia uscito, e che sia un bel libro. Speriamo che don Francesco ci perdoni!