Introduzione al Taccuinetto faentino
di Enrico Falqui
Vallecchi, 1960
Un nuovo, inaspettato e forse ultimo capitolo si aggiunge alla disgraziata e avventurosa storia del testo dei Canti orfici di Dino Campana, con la pubblicazione del Taccuinetto faentino, giusta la scrupolosa trascrizione operatane da Domenico De Robertis, venendo a capo di difficoltà non comuni, senza lasciare all'acume il sopravvento sulla cautela e sulla discrezione.
E siccome il diminutivo del titolo ha in sé qualcosa di vezzeggiativo che mal s'accorda con l'indole dell'Autore, va subito chiarito che, se si è ritenuto di dover intitolare Taccuinetto faentino le ottanta paginette del taccuino inedito rimessoci dal fratello del Poeta e recante il timbro di una cartoleria di Faenza, è stato, oltre che per evitare cacofonia, anche perchè non si confondessero con quelle del Taccuino, fatto conoscere dal Matacotta nel '49 ma costituito unicamente dalla riunione di un gruppetto di stralci e di appunti ricavati da documenti sparsi, appartenenti all'Aleramo.
Dino Campana e la battaglia
di Mukden
Il Poeta guarda un filmato in una festa d’estate
Ricerca di Claudio Mercatali
La battaglia di Mukden venne combattuta tra il 21 febbraio e l'11 marzo 1905 in Manciuria (oggi è una provincia cinese) durante la guerra Russo Giapponese del 1904 – 1905. Il generale giapponese Oyama Iwao assalì la linea di difesa russa approntata dal generale Aleksej Kuropatkin e obbligò i Russi ad abbandonare tutta la Manciuria meridionale. Fu uno scontro sanguinoso nel quale morirono 90.000 russi e 50.000 giapponesi.
Virginia e il figlio Rori nel 1918
VIRGINIA TANGO PIATTI “AGAR”
DAL DIRIO DI UN'INFERMIERA: PUBBLICAZIONE INTEGRALE DEL LIBRO
di Gigliola Tallone
Zia Virginia ed io non ancora adolescente, ad Alpignano: piccolina, agghindata come solo le parigine sanno fare a una certa età. Sedute al tavolone di pietra sotto la pergola d’uva, ascoltavo le sue storie di bambini coraggiosi, raccontate con la bella voce chiara mentre i suoi occhi penetranti mi osservavano, come volesse indicarmi la via.
A quel ricordo devo la passione con cui l’ho riportata tra noi, impedendo che l’oscurantismo della censura la relegasse per sempre nel limbo.
ZSIGMOND PANALGY, Aquarello, 1920. Coll. Poggi
ZIGA, IL PITTORE UNGHERESE OSPITE DI AGAR,
FELICEMENTE RICONGIUNTO COL SUO VERO NOME: PANALGY ZSIGMOND
Gigliola Tallone
30 novembre 2024
Nel libro autobiografico “La fabbrica della felicità”, Virginia Tango Piatti “Agar” parla di un giovane pittore ungherese, cui pone il nome Ziga.
IL DOTTOR PANE
ATTRAVERSO I DOCUMENTI APPARTENUTI A VIRGINIA TANGO
PIATTI (AGAR) GIOIOSAMENTE SCOPRO L’IDENTITÀ SOTTO LO
PSEUDONIMO DI “DOTTOR PANE”:
IL DOTTOR GUIDO DEL LUNGO DI
FIRENZE
GIGLIOLA TALLONE, NOV 2024.
(elaborato dal mio libro del 2010 con aggiunte le dediche in rima)
IL MERIDIANO DI DINO CAMPANA: UN PROGETTO EDITORIALE COMPLESSO
di Gianni Turchetta
Da: Arco teso. La musica a Firenze al tempo dei «Canti Orfici»,
Catalogo della mostra organizzata dalla Biblioteca Marucelliana 9 maggio - 20 settembre 2024,
a cura di Silvia Castelli, Roberto Maini, Gregorio Nardi, Maria Beatrice Sanfilippo,
Vicchio, LoGisma, 2024, pp. 79-86
Nel presente articolo mi propongo di fare in sostanza due operazioni, molto diverse, per non dire opposte, e complementari. Da un lato, infatti, vorrei accennare a qualcuno dei molti problemi che si pongono al curatore di un volume di Opera omnia di Dino Campana; dall’altro, vorrei rendere conto sinteticamente del progetto editoriale che ho costruito e che sto, incrociando le dita, portando a termine.
Aggiungo: con molta fatica, e anche molta gioia. Perché di un Meridiano di Dino Campana si sentiva il bisogno da decenni, e riceverne l’incarico è motivo di grande orgoglio; ma anche, lasciatemelo dire subito, di molte ansie, con la quasi certezza che sarà pressoché impossibile non scontentare qualcuno.
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